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La proposta di Giuseppe Conte: “Serve salario minimo europeo e assicurazione contro disoccupazione”

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, lancia con una lettera a Repubblica una doppia proposta a livello europeo: “L’Europa deve perseguire con vigore e urgenza una efficace tutela della dignità della persona. Una tutela che protegga sia il salario dei cittadini sia i disoccupati, prevedendo ad esempio un’assicurazione europea contro la disoccupazione, come pure l’introduzione di un salario minimo europeo”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il salario minimo non deve essere solo una questione da porre in Italia, ma anche in tutta l’Unione europea. A spiegarlo, in una lettera inviata a la Repubblica, è il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Secondo cui va riaperta la discussione sull’Ue, partendo da alcune priorità, come quella del lavoro: “Il nostro continente ha tassi di disoccupazione giovanile che rallentano le prospettive di sviluppo e mettono a rischio la prossima generazione di europei. L'Europa deve perseguire con vigore e urgenza una efficace tutela della dignità della persona. Una tutela che protegga sia il salario dei cittadini sia i disoccupati, prevedendo ad esempio un'assicurazione europea contro la disoccupazione, come pure l'introduzione di un salario minimo europeo”. Non solo, quindi, il salario minimo europeo, ma anche un’assicurazione europea contro la disoccupazione.

Per Conte il dibattito sul futuro dell’Europa è una “occasione preziosa per avviare una discussione franca e consapevole. Solo in questo modo potremo confidare di rilanciare il progetto europeo che – ormai da alcuni anni – sembra aver perso la sua forza propulsiva”. In vista delle elezioni di maggio, secondo il presidente del Consiglio servono ora “scelte coraggiose” per “tempi straordinari”. E bisogna iniziare a ridurre la sfiducia dei cittadini nelle istituzioni comunitarie, offrendo “all’Europa un nuovo umanesimo, ponendo al centro della nostra azione la persona, i suoi inalienabili diritti”. E il punto di partenza è “rafforzare ruolo e poteri del Parlamento europeo, l’unica istituzione direttamente legittimata dal voto dei cittadini”. Conte non esclude la possibilità di ragionare “sull’introduzione di istituti di democrazia diretta”, intervenendo inoltre per “contenere le spese e i costi delle istituzioni europee”.

Il presidente del Consiglio chiede di puntare sulla crescita partendo da una politica industriale aperta alle nuove tecnologie. Ricordando inoltre l’importanza di un “nuovo approccio verso l’Africa”, con un’Europa che deve essere “all’altezza della sua vocazione mediterranea”. Il punto essenziale è comunque il recupero della fiducia, definito “indispensabile perché senza fiducia rimarremo fermi, non potremo raggiungere nessun traguardo, mentre il mondo globale andrà sempre più avanti”.

Le comunicazioni alla Camera di Conte

Il presidente del Consiglio è intervenuto in Aula alla Camera dei deputati per le comunicazioni in vista del Consiglio europeo. Primo tema di discussione è stato quello dei migranti, dopo le sollecitazioni delle opposizioni sul caso della Mare Jonio, l'Ong italiana al largo delle coste di Lampedusa – senza autorizzazione a sbarcare – con 50 migranti. Conte replica: “Ci stiamo battendo perché la regolazione dei flussi migratori sia affrontata in maniera strutturale: pregherei tutti di non strumentalizzare il singolo caso. Di fronte alla singola emergenza siamo tutti in difficoltà: dobbiamo tutti impegnarci a non strumentalizzare il singolo caso perché di fronte all'emergenza siamo tutti coinvolti”.

Altro tema affrontato è quello della Nuova Via della Seta: “Il perimetro del Memorandum of Understanding sulla Belt and Road è squisitamente economico-commerciale. Non mette minimamente in discussione la nostra collocazione euro-atlantica – afferma Conte –. Come nelle collaborazioni con altri Paesi, il governo italiano opererà, anche nell'ambito della Belt and Road Initiative, un attento monitoraggio delle singole iniziative di collaborazione che saranno avviate a valle del Memorandum, per garantire che anch'esse siano promosse con attenzione alla difesa degli interessi nazionali, alla protezione delle infrastrutture strategiche, anche nel digitale, e prevenendo il trasferimento di tecnologie in settori sensibili”. Per Conte, comunque, non c’è “alcun rischio per i nostri interessi nazionali”.

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