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Caso Mare Jonio

Mare Jonio, Matteo Salvini: “È la nave dei centri sociali, non metterà piede in Italia”

Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, accusa la nave Mare Jonio che ha soccorso in mare 50 migranti: “Questa è la nave dei centri sociali, perché a nome di questa nave sta parlando il signor Luca Casarini. Invito ad andare a cercare la scheda dei precedenti penali del signore che era noto per essere uno dei leader dei centri sociali del nord-est”. Salvini assicura che l’imbarcazione non metterà piede in Italia.
A cura di Stefano Rizzuti
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La nave Mare Jonio, l’Ong italiana che ieri ha soccorso 50 migranti nelle acque Sar libiche, è ancora in mare aperto e chiede di poter sbarcare a Lampedusa. Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, però, continua a ribadire che quei migranti “con il mio permesso non mettono piede” in Italia. Intervistato da Sky Tg24 Mattina, Salvini accusa lo staff dell’imbarcazione: “Questa è la nave dei centri sociali, perché a nome di questa nave sta parlando il signor Luca Casarini. Invito ad andare a cercare la scheda dei precedenti penali del signore che era noto per essere uno dei leader dei centri sociali del nord-est. Ci sono altri esponenti di sinistra e ultrasinistra a bordo della nave e, a mio avviso, stanno sostanzialmente commettendo il reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina”. Successivamente Salvini ha parlato su Twitter nuovamente del capomissione Luca Casarini: "Ecco Luca Casarini, noto tra l'altro per aver aperto l'osteria ‘Allo sbirro morto', pluripregiudicato, coccolato da Pd e sinistra, oggi alla guida del centro sociale galleggiante arrivato davanti a Lampedusa? E noi dovremmo cedere a questi personaggi? Porti chiusi".

Salvini parla dei migranti a bordo: “Possono essere curati, vestiti, gli si danno tutti i generi di conforto, ma in Italia per quello che mi riguarda e con il mio permesso non mettono piede. È chiaro ed evidente che c'è un'organizzazione che gestisce, aiuta, e supporta il traffico di essere umani. O c'è l'autorità giudiziaria, che ovviamente prescinde da me che riterrà che questo non sia stato un soccorso e decide di intervenire legalmente, oppure il ministero dell'Interno, che deve indicare il porto di approdo, non indica nessun porto”. Secondo il vicepresidente del Consiglio, “hanno raccolto questi immigrati in acque libiche, in cui stava intervenendo una motovedetta libica. Non hanno ubbidito a nessuna indicazione, hanno autonomamente deciso di dirigersi verso l'Italia per motivi evidentemente ed esclusivamente politici. Non hanno osservato le indicazioni delle autorità e se ne sono fregati dell'alt della Guardia di Finanza”.

Chi invece chiede lo sbarco immediato dei migranti a bordo dell’imbarcazione è il sindaco di Lampedusa, Totò Martello: “La nave Mare Ionio è italiana e il nostro porto è aperto e pronto ad accoglierla. I migranti salvati in mare vanno fatti sbarcare, curati e rifocillati”. Martello sottolinea che la nave ha bandiera italiana e non la si può, quindi, “tenere fuori da un porto italiano”. Poi – continua – “si pone un problema di sbarco di migranti. Qui deve intervenire la capitaneria di porto che deve salire a bordo e valutare. Mi chiedo però perché il 6 e 7 marzo scorsi sono entrate in porto due barche senza bandiera, non italiane, e i migranti sono stati prelevati e accompagnati dai carabinieri nel centro di accoglienza. Chi non rispetta le regole e arriva come vuole viene fatto entrare, chi rispetta le regole viene bloccato. A Lampedusa gli sbarchi non sono mai finiti. Arrivano nel silenzio. Piccole barche con motori fuori bordo con una ventina di persone alla volta. Ma Lampedusa non viene mai nominata”.

La Mare Jonio resta per ora ferma davanti a Lampedusa, a circa un miglio e mezzo dalle costa. Per alcuni migranti le condizioni di salute sarebbero precarie e per uno di loro, affetto da sospetta polmonite, è stata chiesta l’evacuazione medica. La Guardia di finanza è salita a bordo per accertamenti e la procura di Agrigento sta seguendo l’evolversi della situazione. Sul caso si esprime anche l’ex sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini. Che parlando all’Adnkronos afferma: “Il porto di Lampedusa è aperto e 49 disperati non faranno alcun danno né all'Italia né tanto meno a Lampedusa che negli anni ha accolto centinaia di migliaia di persone. Si tratta di 49 persone che, senza la Mare Jonio, sarebbero annegati o riportati indietro nell’inferno libico. Salvini sta scrivendo una pagina ignominiosa della nostra storia, contribuendo ad abbassare il livello della nostra umanità”.

Le proteste contro Salvini a sinistra

Sulla questione della Nave Jonio arrivano critiche da Leu e dal Pd nei confronti del ministro dell’Interno e del governo. Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra italiana, parla a Radio Cusano Campus: “Si ripete una prova muscolare, una prova di forza, di propaganda da parte del ministro dell’Interno sulla pelle di persone inermi. Non dovrebbero essere Ong e volontari ad organizzarsi per mettere in mare una nave che impedisca che la gente anneghi”. L’ex presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, commenta a Circo Massimo, su Radio Capital: “La domanda sulla Mare Jonio andrebbe rivolta a Toninelli, che non si prende la responsabilità. Da parte di Salvini c’è la strategia della tensione. Si crea un caso per 50 persone”. Sempre nel Pd è l’ex presidente Matteo Orfini ad accusare il governo: “Luigi Di Maio e Matteo Salvini la smettano con questo solito, ridicolo, illegale teatrino e facciano sbarcare la Mare Jonio. Il Pd invece chieda che si straccino gli accordi con la Libia che tutto è salvo un porto sicuro”.

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