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L’appello di Berlusconi agli italiani: “Grillini pericolosi, rilancio Forza Italia per combatterli”

In una lunga lettera inviata al Corriere della Sera, Silvio Berlusconi lancia un appello agli italiani: “Io credo che quest’Italia debba tornare a far sentire la sua voce, una voce credibile in Europa e sui mercati internazionali. Il suo momento, il nostro momento, verrà molto presto, appena le ricette economiche dei grillini avranno rivelato la loro impraticabilità e la loro pericolosità”.
A cura di Charlotte Matteini
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Silvio Berlusconi vuole rifondare e rilanciare Forza Italia per dare al Belpaese "risposte liberali, basate sul buon senso, sulla fattibilità, sulla concretezza". Nella lunga lettera inviata al Corriere della Sera, Berlusconi scrive: "Io sono convinto che esista un’Italia — tuttora maggioritaria — che voglia il cambiamento, ma non l’avventura, che chieda soluzioni e non slogan, che cerchi esperienza, non improvvisazione". Proseguendo, il leader di Forza Italia sottolinea che quelle di Salvini e Di Maio non sono risposte ma piuttosto azioni razionali di cui il Paese non ha bisogno. La nostra è una risposta fatta di razionalità, una merce rara di questi tempi nell’offerta politica, ma anche una merce preziosa come tutte le cose rare. "Forza Italia vuole proprio questo: risposte razionali a problemi complessi come l’oppressione fiscale, l’oppressione giudiziaria, l’oppressione burocratica, il debito pubblico, le povertà diffuse, l’immigrazione", evidenzia Berlusconi. Nella lunga missiva, il leader di Forza Italia annuncia un imminente ritorno del partito in politica, critica a più riprese i grillini e infine lancia un appello, una sorta di "chiamata all'azione" rivolta a tutti i cittadini: "Io credo che quest’Italia debba tornare a far sentire la sua voce, una voce credibile in Europa e sui mercati internazionali. Il suo momento, il nostro momento, verrà molto presto, appena le ricette economiche dei grillini avranno rivelato la loro impraticabilità e la loro pericolosità".

Ecco il testo integrale della lettera inviata da Berlusconi al Corriere della Sera:

Caro direttore,sono grato a tutti coloro che in questi giorni si sono impegnati a fare delle analisi più o meno impietose sulla condizione di Forza Italia perché ci aiutano a riflettere, ad affrontare i problemi, a definire quello che siamo. Questo non significa naturalmente che io sia d’accordo con tutto quanto è stato detto. La domanda che più frequentemente ci è stata rivolta, «cosa vuole Forza Italia», ha una risposta precisa. Certo non una risposta come quelle di Salvini, che usa un altro linguaggio per parlare ai suoi elettori, né come quelle di Di Maio, che, riciclando una vecchia battuta sul Partito d’Azione, «non sa quello che vuole ma lo vuole subito». La nostra è una risposta fatta di razionalità, una merce rara di questi tempi nell’offerta politica, ma anche una merce preziosa come tutte le cose rare. Forza Italia vuole proprio questo: risposte razionali a problemi complessi come l’oppressione fiscale, l’oppressione giudiziaria, l’oppressione burocratica, il debito pubblico, le povertà diffuse, l’immigrazione. Risposte liberali, basate sul buon senso, sulla fattibilità, sulla concretezza. Io sono convinto che esista un’Italia — tuttora maggioritaria — che voglia il cambiamento, ma non l’avventura, che chieda soluzioni e non slogan, che cerchi esperienza, non improvvisazione.

La sinistra tradizionale e i suoi governi non eletti dal popolo hanno fallito in questi anni, ma questo non significa affatto che l’alternativa a quel fallimento sia nel dilettantismo, nel pauperismo, nel giustizialismo, tutti ingredienti di gran peso nel programma del governo a guida grillina. Forza Italia è l’erede di 25 anni di centro-destra, di buon governo e soprattutto di buon senso, di equilibrio, di moderazione, di serietà. Un centro-destra che ha dimostrato di saper stare in Europa senza subirne i diktat e che anzi ha pagato un caro prezzo per questo, ma che non ha coltivato l’illusione che basti fare la voce grossa per cambiare equilibri politici ed economici europei e mondiali molto complessi, rispetto ai quali il nostro Paese sarà debolissimo se non avrà i conti in ordine. Il nostro centro-destra è l’espressione di un’Italia concreta, per bene, ragionevole, dell’Italia che lavora e che produce, che non vuole distruggere, ma costruire. Io credo che quest’Italia debba tornare a far sentire la sua voce, una voce credibile in Europa e sui mercati internazionali. Il suo momento, il nostro momento, verrà molto presto, appena le ricette economiche dei grillini avranno rivelato la loro impraticabilità e la loro pericolosità.

Certo, Forza Italia per essere pronta a questo deve rinnovarsi, aprirsi, accogliere le tante persone e i tanti mondi che sono consapevoli della necessità di una politica di questo tipo. Anzi, dev’essere il polo aggregatore intorno al quale si ritrovano coloro che vogliono coniugare innovazione e competenza, cambiamento e responsabilità. Questo significa certamente riorganizzarsi, cambiare chi non funziona e premiare chi ha ben operato, inventare forme nuove senza scimmiottare quella falsificazione di democrazia cara alla sinistra che sono le primarie. Sta a noi, in quanto classe dirigente, assumerci la responsabilità di individuare i migliori e proporli agli elettori, che ci giudicheranno anche su questo, senza bisogno di far votare ai gazebo migliaia di immigrati arruolati per l’occasione. Quella che si è aperta è certamente una stagione nuova, che richiede risposte nuove, ma senza venir meno ai valori e alle idee del vecchio centro-destra: idee liberali, liberiste, garantiste, che a mio giudizio rappresentano il futuro, non il passato. Il futuro di un’Italia migliore che abbiamo il dovere di lasciare ai nostri figli, così come i nostri padri l’hanno lasciata a noi, l’alternativa all’Italia dell’odio sociale, del pauperismo, delle manette, della decrescita, della disoccupazione, del discredito e dell’isolamento internazionale. L’Italia che è nei sogni, o negli incubi, targati 5 Stelle.

Sono in campo per questo e ci resterò, ci resteremo con tutta Forza Italia, almeno fino a quando questo pericolo – che oggi è gravissimo – non sarà passato. Per questo ho deciso un rinnovamento di Forza Italia a livello nazionale e a livello locale. Chiederò a coloro che in F.I. ricoprono ruoli istituzionali e politici di rilievo di affiancarmi nell’individuare il percorso migliore da seguire per rilanciare la nostra azione politica sui nostri temi, quelli che ci caratterizzano e che stanno a cuore agli italiani. Al mio fianco avrò un vicepresidente, un comitato esecutivo, un coordinatore nazionale, che seguirà dal centro le attività dei coordinatori regionali, che a loro volta saranno affiancati da giovani coordinatori «virtuali», che si occuperanno delle «comunità azzurre» sui social. Dopo l’estate si riunirà un congresso dei giovani azzurri, che in condizioni di massima apertura a tutti sperimenterà forme nuove, fin qui mai utilizzate, di partecipazione e di scelta dal basso del personale politico. E soprattutto costituirò una Consulta del presidente, a cui inviterò a partecipare tutte le energie e le personalità migliori del Paese, che, anche se non iscritte a Forza Italia, vorranno contribuire a formare una classe dirigente seria, competente, di buon senso, che sia in grado di affrontare, in modo concreto e non soltanto a parole, le sfide difficili che il nostro Paese sarà chiamato a superare a breve, dopo il fallimento di questo governo contro natura, non votato dagli italiani, pieno di contraddizioni destinate a farlo implodere.

Spero che anche lei, caro direttore, insieme al suo giornale, sia pronto a dare una mano al nostro Paese, lanciando un appello a tutte le persone di buon senso e di buona volontà, che non si fanno ingannare dal principio grillino dell’incompetenza, secondo il quale «uno vale uno», ma che, come noi, ancora pensano che la competenza, il merito, la professionalità, l’impegno, lo studio e il lavoro, siano caratteristiche fondamentali per qualunque professione e quindi anche per chi pensa di poter guidare il nostro Paese. Per questo oggi mi sento di invitare tutti coloro che si riconoscono in quella che io chiamo «l’Altra Italia» ad intraprendere con noi questo nuovo cammino.

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