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Frana a Casamicciola (Ischia)

Ischia, De Falco: “Quello di Conte fu un condono. Io espulso dal M5S per averlo denunciato”

La frana che ha travolto Ischia ha riportato al centro delle polemiche, il decreto varato dal governo gialloverde nel 2018, sugli abusi edilizi dell’isola. Gregorio De Falco – all’epoca senatore M5S – fu protagonista di una dura battaglia contro quella legge. Anche a causa del suo dissenso sul provvedimento, fu espulso dal Movimento. Conte dice che quello del 2018 non fu un condono, ma De Falco non è d’accordo e in un’intervista a Fanpage spiega perché.
A cura di Marco Billeci
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"Si sta rasentando il ridicolo. Di fronte a una tragedia, piuttosto che una difesa come quella di Conte, il silenzio sarebbe stato più opportuno". Il comandante Gregorio De Falco risponde al telefono, nel giorno in cui riprende servizio in capitaneria di porto, a Napoli, dopo la fine della sua esperienza da senatore. Ma per un tragico caso del destino, proprio mentre l'ex senatore ricomincia la sua vita in Marina, la cronaca riporta d'attualità uno dei passaggi più complessi, del suo percorso politico.

Era il novembre 2018, quando De Falco entrò in durissima polemica con Giuseppe Conte e Luigi Di Maio, all'epoca rispettivamente presidente del Consiglio  e capo politico del M5S. Insieme ad altri colleghi e alle associazioni ambientaliste, l'allora senatore contestava duramente le norme edilizie per Ischia volute dall'esecutivo gialloverde, considerate un vero e proprio condono. La stessa accusa che oggi tornata a investire Conte (nel frattempo diventato leader dei 5 Stelle), dopo la frana che ha travolto case e strade dell'isola campana. La vicenda si concluse con l'espulsione di De Falco dal Movimento.

Cosa successe in quei giorni del 2018?

Il governo presentò un decreto per affrontare le conseguenze del crollo del ponte Morandi, avvenuto l'agosto precedente. Lo chiamarono decreto Genova, ma dentro una gran parte delle norme riguardava Ischia. Già questo elemento era piuttosto singolare, perché il testo non era omogeneo, come richiede la legge.

Cosa c'era nel decreto che arriva in Senato?

Nel 2017 a Ischia, c'era stato il terremoto e lo Stato voleva farsi carico della ricostruzione delle case, che erano state lesionate.  Per far ciò,  c'era la necessità di valutare, se non fossero abusive. Quando lessi l'articolo 25, però, mi venne subito da pensare male. Uno dei principi generali del diritto è sintetizzato nella formula "tempus regis actum". Cioè, quando viene fatto un provvedimento, è l'ordinamento di quel momento, che lo configura.

E invece, come si interveniva sulle pratiche per Ischia?

Fu scritto che sarebbero state valutate sulla base del condono, fatto da Bettino Craxi nel 1985.  Significava che la verifica delle domande di condono del 2018 sarebbe avvenuta con i criteri blandissimi di quello di trentatre anni prima.

Quale fu la reazione?

Io e alcuni colleghi facemmo presente che si trattava di una normativa abnorme, non solo perché richiamava il condono Craxi, ma perché faceva rivivere anche quello del 2003, che per la Campania non era stato reso applicabile, a causa dell'opposizione dell'allora presidente Bassolino.

Insomma, già allora voi riteneste che si trattasse di un vero e proprio condono?

Assolutamente sì. Anche le associazioni ambientaliste non ebbero dubbi.  Oggi si dice che lo scopo era semplicemente  creare un modello unico, nel quale far confluire le varie domande. Ma se fosse stato così, sarebbe bastato agire per via amministrativa. Invece, fu creato ex novo un nuovo modello di riferimento per le domande di condono, che non si rifaceva alla normativa esistente, con i suoi vincoli antisismici, idrogeologici, etc etc…  Ma a una legge precedente, che tutte queste cose non le prevedeva. Un salto indietro nel tempo.

Secondo Conte, in realtà, nel decreto i  vincoli c'erano

Dopo le proteste di alcuni 5 Stelle, nel percorso di conversione del decreto in parlamento, fu inserito il riferimento alla necessità di acquisire un parere favorevole (da parte dell’Autorità preposta alla tutela del vincolo paesaggistico, nrd). Si trattava solo di una foglia di fico, che non nascondeva la vergogna. Il parere infatti non è un obbligo e non cambia la situazione. Sarebbe interessante sapere quante domande sono state rigettate, sulla base di quel parere.

Cosa successe dopo che la questione fu sollevata?

Io presentai un emendamento in Commissione al Senato, per cancellare il riferimento alla legge del 1985. Nonostante i tentativi dei vertici dei 5 Stelle di bloccarla, la proposta fu messa ai voti, ma fu bocciata. Subito dopo, però, fu votato un emendamento di una senatrice Forza Italia, quasi identico al mio. Questo paso, anche con il mio sì, tra le ire della maggioranza, ma anche dello stesso partito di Berlusconi. Il capo politico dei 5 Stelle Di Maio definì il fatto "gravissimo". E il giorno dopo, il testo approvato in Commissione fu bocciato in aula.

Lei chiese un confronto con l'allora premier Conte?

No, perché non avevo più fiducia in lui. Avevamo già avuto un incontro sui decreti sicurezza, nel quale mi aveva fatto credere che avrebbe fatto proprie alcune mie proposte di modifica, cosa che non avvenne. In ogni caso, sul condono di Ischia, altri membri di governo del Movimento 5 Stelle mi avvicinarono per dirmi che le cose erano ormai decise e bisognava adeguarsi.

Luigi Di Maio fu particolarmente duro

Disse che i parlamentari M5S dovevano agire compatti, come una testuggine, al di là dei contenuti e delle criticità dei provvedimenti.  Un' espressione che faceva ben capire come della democrazia interna non  poteva importargliene di meno. E Conte non sollevò obiezioni.

Quando poi il decreto arrivò in aula, lei non votò la fiducia

E venni espulso dal Movimento e dal gruppo parlamentare 5 Stelle. Nelle motivazioni del provvedimento di espulsione si  cita proprio il mio dissenso sulle norme per Ischia e sul decreto Sicurezza. Una decisione gravissima, in contrasto con gli articoli della Costituzione che garantiscono l'autonomia dei parlamentari

Torniamo a oggi. Conte ora dice che non c'è stato nessun condono. L'obiettivo della norma era solo quello di velocizzare le pratiche di ricostruzione, dopo il terremoto

Non scherziamo. Ripeto, se fosse stato così, non ci sarebbe stato bisogno di fare una legge. Sarebbe bastato creare un modello, che menzionava tutte e tre le leggi di condono che si sono succedute. Poi si sarebbe chiesto all'interessato di scegliere quella che si sarebbe dovuta applicare alla sua abitazione, in base al periodo di costruzione. E gli uffici competenti avrebbero controllato. Invece fu fatta una sanatoria mascherata, che richiamava il condono "peggiore", tra quelli esistenti.

Insomma, Conte non l'ha convita

Ha confermato la mia valutazione. È un uomo  inaffidabile, che si presta a qualunque bandiera senza nessun ideale e quindi può abbracciare qualunque colore.

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