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Il piano sulla Giustizia di Nordio: stretta su intercettazioni e stop appello dopo il primo grado

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha anticipato alcune norme che saranno contenute nella riforma della Giustizia che sarà licenziata entro maggio.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il ministro della Giustizia Cartlo Nordio anticipa i contenuti delle riforme che saranno messe in campo entro la fine di maggio: stretta sulle intercettazioni e sul processo d'appello, maggiori garanzie per gli indagati, con gli atti che devono rimanere segreti fino alla richiesta di rinvio a giudizio, abrogazione dell'abuso d’ufficio, separazione delle carriere dei magistrati. Nelle mozioni sul processo penale del centrodestra e di Azione-Italia viva, approvate ieri dalla Camera col parere favorevole dell'esecutivo, ci sono tutti i punti cari alla maggioranza in tema di giustizia, che il ministro ha intenzione di trasformare in legge.

Separazione delle carriere dei magistrati

Una mozione a prima firma di Enrico Costa, di Azione,  impegna il Governo "a favorire e sostenere l'approvazione di una riforma costituzionale volta alla separazione delle carriere giudicante e requirente della magistratura" e "a predisporre, con una rivisitazione organica, il ripristino della disciplina della prescrizione sostanziale in tutti i gradi di giudizio, rimuovendo le criticità". 

La stretta sulle intercettazioni

Nella mozione unitaria dei partiti di governo, a firma dei capigruppo Maurizio Lupi, Tommaso Foti, Riccardo Molinari e Alessandro Cattaneo, che ha ottenuto il parere favorevole dell'esecutivo, si prevedono "iniziative normative per evitarne l’abuso" e "inibire la pubblicazione, anche parziale, del contenuto". Sulla stessa linea la mozione del calendiano Enrico Costa, che chiede di limitare la diffusione delle conversazioni "soprattutto se riguardano terzi non indagati e vengono estrapolate dal contesto generale". Si chiede inoltre il rafforzamento dei controlli sull'utilizzo dei trojan, i virus-registratori installati negli smartphone che necessitano, si precisa, "di una rigorosa disciplina ad hoc", anche se al momento sono utilizzati già per indagare esclusivamente su reati gravi e con limiti molto stringenti.

Nell'intervista al Foglio di ieri Nordio ha spiegato: "Ho intenzione di proporre un progetto per integrare il codice di procedura penale, che dice che gli atti non sono più segreti quando il destinatario ne viene a conoscenza, aggiungendo che gli atti debbano restare segreti quantomeno fino alla disclosure finale o all'inizio del dibattimento pubblico".

Eliminazione processo d'appello dopo assoluzione in primo grado

Ieri in un'intervista al Foglio il Gaurdasigilli aveva annunciato una delle novità che saranno contenute sul piano della Giustizia che arriverà nei prossimi mesi: l'eliminazione dell'appello dopo un'assoluzione in primo grado, come nel codice anglosassone. "Mi dovete spiegare come puoi condannare una persona quando un giudice precedente ha giudicato l'indagato non colpevole", ha spiegato. Naturalmente, ha aggiunto il ministro, "possiamo anche ammettere che la sentenza di proscioglimento possa essere sbagliata perché sono stati commessi degli errori, perché non sono state prese in considerazione delle prove o addirittura perché sono emerse nuove prove, ma in quel caso allora è meglio che il processo sia rifatto, come fanno gli anglosassoni nei pochi casi in cui lo ammettono".

Nelle mozioni di Iv e centrodestra, approvate ieri alla Camera con il parere del governo, si parla appunto di ritorno della prescrizione dopo il primo grado. Il blocco della prescrizione dopo la sentenza di primo grado era stato introdotto nel 2019 dalla legge Spazzacorrotti. Ora il governo vuole tornare indietro e abrogare la modifica introdotta dall'allora ministro Bonafede.

Abuso d'ufficio e inappellabilità delle sentenze di proscioglimento

Nelle mozioni approvate ieri si parla anche di una riforma dell’abuso d’ufficio. Nella mozione sottoscritta dagli esponenti del Terzo Polo, su cui c'è l'ok dell'esecutivo, si punta a "prevedere l'abrogazione dell'articolo 323 del codice penale, o in subordine a modificare il decreto legislativo 31 dicembre 2012, n. 235 al fine di escludere la sospensione di diritto dalle cariche regionali e locali in caso di condanna non definitiva per il reato di abuso d'ufficio, e ad intervenire per rendere tassativa la fattispecie del reato di traffico di influenze, raccogliendo le istanze ripetutamente formulate dagli amministratori locali".

E ancora, si chiede di "valutare possibili modifiche normative coerenti con la Costituzione che prevedano l'inappellabilità delle sentenze di proscioglimento da parte del pubblico ministero; a modificare la disciplina in materia di custodia cautelare prevedendo che essa sia disposta dal giudice che procede in composizione collegiale".

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