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Il Cts lancia l’allarme: “Ci sono 3 milioni di italiani che violano la quarantena”

Circa tre milioni di persone non starebbero rispettando l’obbligo di quarantena dopo essere entrate in contatto con un caso positivo: è l’allarme lanciato dal comitato tecnico scientifico. Che suggerisce poi come a questo punto si potrebbero riservare i tamponi solo alle persone che presentano sintomi. Mentre i contatti stretti dei positivi dovrebbero invece passare direttamente 14 giorni in quarantena: in questo modo si eviterebbe inoltre di sovraccaricare i laboratori.
A cura di Annalisa Girardi
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Sarebbero circa tre milioni le persone che violano la quarantena, imposta dopo essere entrate in contatto con un caso positivo. Sono troppi gli italiani che non rispettano l'obbligo di restare a casa dopo essere entrati in contatto con una persona positiva, mettendone in pericolo tante altre: è l'allarme del comitato tecnico scientifico e riferito da La Stampa. Al momento in Italia più o meno 331mila persone risultate positive e pertanto in isolamento domiciliare. Per ciascuna di loro, almeno 10 contatti stretti dovrebbero trovarsi in quarantena: che quindi porterebbe il totale a 3 milioni e 300mila persone che dovrebbero rimanere in casa in via precauzionale. Considerando poi il numero di tamponi che vengono ogni giorno effettuali e il tempo che passa prima di ricevere l'esito, almeno 6 milioni di italiani dovrebbero essere chiusi in casa in questo momento.

Ma i numeri illustrati dal comitato tecnico scientifico descrivono una situazione molto diversa. E risulterebbero almeno tre milioni di persone che evadono la quarantena. Il comitato tecnico scientifico a questo punto starebbe pensando di evitare i tamponi a tappeto, riservandoli solo alle persone che presentano sintomi. Gli asintomatici e i contatti stretti dei positivi dovrebbero invece passare direttamente 14 giorni in quarantena. In questo modo si eviterebbe inoltre di sovraccaricare i laboratori.

"A questo punto sarebbe meglio imporre direttamente la quarantena di 14 giorni ai contatti stretti asintomatici, saltando il tampone finale, che mette sotto stress i laboratori che lavorano già al limite delle possibilità e che è di scarsa utilità, perché anche in caso di positività le evidenze scientifiche mostrano che dopo due settimane il rischio di contagiosità è praticamente azzerato", affermano dal comitato tecnico scientifico. Per i trasgressori, gli esperti lanciano un rinnovato appello alla responsabilità, ricordando che si potrebbe nuocere alle persone care e che infrangere l'obbligo comporta pesanti sanzioni che, per il reato di procurata pandemia, vanno dai tre ai sei mesi.

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