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Crisi di Governo 2022

Fiducia al Senato: ecco chi sono i responsabili che hanno votato con la maggioranza

Il Governo Conte ha ottenuto la maggioranza relativa al Senato anche grazie ai senatori “responsabili”. Tra loro ci sono due (ormai ex) di Forza Italia, il presidente del Psi, una base di ex Movimento 5 Stelle, i senatori a vita e altri “costruttori” o “volenterosi”. Da Italia Viva e Udc nessuna apertura.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il Governo ottiene la fiducia al Senato con maggioranza relativa, ma grazie a chi? Si è parlato tanto di "responsabili", "costruttori", poi alla fine "volenterosi". Chi ha aiutato Conte con il proprio voto a mantenere la fiducia anche a Palazzo Madama? C'è un po' di tutto, dai senatori a vita ai dissidenti di Forza Italia (immediatamente espulsi), dalla base ex Movimento 5 Stelle al presidente del Psi. Il risultato finale è di 156 voti favorevoli alla fiducia, comunque non abbastanza per governare stabilmente. La caccia ai responsabili, iniziata giorni fa e durata fino all'ultimo secondo prima della dichiarazione di voto, non si è conclusa con un successo strepitoso, ma neanche con un nulla di fatto. I numeri al Senato, tuttavia, sono ancora in discussione.

Due senatori di Forza Italia hanno votato sì alla fiducia al Governo. Uno era abbastanza preannunciato: Andrea Causin, ex del Partito Democratico e Scelta Civica. L'altra, invece, è stata una sorpresa: Mariarosaria Rossi, ex fedelissima di Silvio Berlusconi e grande amica di Francesca Pascale, ex compagna del leader di Forza Italia. Rossi, che è stata anche tesoriera di Forza Italia, ha deciso personalmente di votare con il Governo, come aveva fatto il giorno prima Renata Polverini. Non si tratta di una fuoriuscita, per ora. I due sono stati immediatamente espulsi da FI.

Lello Ciampolillo è stato il nome più ricercato sul web ieri sera, dopo il caso del voto arrivato prima o dopo la chiusura. Il senatore ha deciso di votare sì in extremis, a differenza di Mario Giarrusso che, dopo che sembrava essersi convinto, ha votato no. Lo stesso succede a Riccardo Nencini, presidente del Psi che ha prestato il simbolo a Italia Viva, dopo una lunga indecisione ha votato sì, a differenza del gruppo renziano che si è astenuto in blocco. Nessuno da Italia Viva dunque, anche se Comincini apre su Facebook: "Non voterei mai contro la maggioranza". Nessuno dall'Udc, che conferma quanto detto nelle note ufficiali. E da Forza Italia sembrano più singole prese di posizione che una tendenza di un gruppo a staccarsi.

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