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Donzelli dice che non si pente di nulla, spuntano le carte sulle conversazioni di Cospito in carcere

Giovanni Donzelli mantiene la sua posizione: non ha nulla da recriminarsi, per aver divulgato dei documenti del ministero della Giustizia che – forse – non era autorizzato a rendere noti. Intanto sono emersi proprio quei documenti, che raccontano gli scambi tra Alfredo Cospito e alcuni boss mafiosi.
A cura di Luca Pons
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"Non mi sono affatto pentito, non ho niente da recriminarmi. Ho già detto tutto quello che dovevo dire". Giovanni Donzelli, il deputato di Fratelli d'Italia al centro delle polemiche negli ultimi giorni per il suo intervento sul caso di Alfredo Cospito, in cui implicitamente ha accusato i partiti di sinistra di essere vicini a terroristi e alla mafia, mantiene la sua linea.

Alfredo Cospito, anarchico 55enne, è in sciopero della fame da oltre 100 giorni per protestare contro il regime di 41bis – con il quale è detenuto in carcere – e contro l'ergastolo ostativo. Ha perso 45 chili, in questo periodo. Il 31 gennaio è stato trasferito da Sassari al carcere di Opera a Milano, per ricevere l'assistenza medica necessaria. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha già dichiarato che non intende revocare il regime di 41bis. La Corte di Cassazione, che inizialmente aveva fissato l'udienza sull'istanza presentata dall'avvocato di Cospito sul 41bis per il 20 aprile, ha poi anticipato la data: prima al 7 marzo e poi, oggi, a venerdì 24 febbraio.

L'intervento di Donzelli alla Camera ha creato dibattito non solo per le parole rivolte ad alcuni parlamentari del Partito democratico – "Voglio sapere se questa sinistra sta dalla parte dello Stato o dei terroristi con la mafia" – ma anche per quello che ha detto prima. Il deputato, infatti, ha citato alcune parole che Cospito avrebbe pronunciato in carcere, parlando con altri detenuti al 41bis. Il problema è che questi dialoghi erano contenuti in documenti sensibili, di competenza del ministero della Giustizia.

I documenti che Donzelli (forse) non avrebbe dovuto divulgare

A Fanpage.it il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, che è anche coinquilino di Donzelli, ha ammesso di avergli passato le informazioni in questione: "Donzelli in qualità di deputato mi ha fatto delle domande specifiche, a cui io ho risposto. Alle domande di qualsiasi deputato sullo spessore criminale e su eventuali legami, o tentati legami, con la criminalità organizzata, io rispondo".

Donzelli non aveva chiarito, nel suo intervento, come avesse ottenuto queste conversazioni: "Non ho mai detto di aver fatto un accesso agli atti", ha ribadito oggi. È vero: parlandone inizialmente aveva menzionato dei "documenti che sono presenti al ministero della Giustizia". Più avanti, quando gli era stato chiesto dagli altri deputati come fosse venuto a conoscenza di queste informazioni, aveva ripetuto: "Questi documenti sono depositati al Ministero della Giustizia, consultabili da qualsiasi deputato, non sono coperti da alcun segreto e sono stati inviati al Ministero della Giustizia dal Dipartimento penitenziario".

Molti esponenti dell'opposizione hanno contestato queste parole, sostenendo che Donzelli non avesse l'autorizzazione per divulgare le conversazioni di Cospito. Su questo aspetto il deputato, che ha poi ammesso di aver ricevuto i documenti da Delmastro, non ha commentato oltre. Il Movimento 5 stelle ha presentato una mozione per chiedere che Delmastro sia rimosso dal suo incarico, e anche la Procura di Roma, dopo un esposto di Angelo Bonelli (Avs), ha aperto un fascicolo d'inchiesta sul caso. Il sottosegretario Delmastro ha detto di non essere preoccupato.

Nordio non difende Delmastro e Donzelli, Meloni non commenta

Il governo Meloni, per adesso, si è espresso poco. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo alla Camera non ha preso le difese dei due esponenti di Fratelli d'Italia: "In linea di principio tutti gli atti riferibili ai detenuti in regime di 41 bis sono sensibili, perciò serve una preventiva verifica del loro contenuto. Bisogna comprendere di che tipo di atti si tratti, quale livello di segretezza abbiano, se e chi potesse averne conoscenza e se il destinatario potesse condividerli con terzi", ha detto, specificando che si dovrà aspettare il lavoro della Procura di Roma.

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, invece, ha parlato in una telefonata in diretta a Rete 4. Si è limitata a consigliare "prudenza" nel parlare del caso Cospito e a difendere l'intervento di Nordio, che "ha risposto nel merito". Non ha commentato, invece, sui documenti di Delmastro e Donzelli.

Cosa c'è scritto nelle relazioni dal carcere su Cospito

Come riportato dal quotidiano Repubblica, una delle due relazioni utilizzate da Giovanni Donzelli per il suo intervento è stata scritta da un agente del Gom, il Gruppo operativo mobile, quando Cospito si trovava nel carcere di Sassari. Il documento riporta in modo indiretto i discorsi che Donzelli ha citato: il boss dei Casalesi Francesco Di Maio avrebbe esortato Cospito a continuare il suo sciopero della fame, e l'anarchico, "quasi a prendere le distanze dai manifestanti" (dice la relazione) avrebbe specificato che non si tratta di una lotta per sé stesso ma contro il regime di 41bis e contro l'ergastolo ostativo.

"Per vedere qualche risultato ci vorranno altri due mesi", avrebbe detto Cospito (la relazione risale a circa un mese fa), sottolineando che per fare uno sciopero della fame "bisogna essere in salute". Nella seconda relazione, riferita invece a fatti del 23 dicembre 2022, si legge che Cospito avrebbe detto a Francesco Presta, uomo di ‘ndrangheta: "Bisogna cambiare la società tanto a livello politico non si fa nulla e il parlamento non serve".

A questo punto, Presta avrebbe risposto: "Devi mantenere sempre l'andamento, altrimenti poi si dimenticano. Sarebbe importante che la questione arrivasse a livello europeo e magari ci levassero l'ergastolo ostativo". Si tratta delle parole esatte citate da Giovanni Donzelli nel suo intervento alla Camera.

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