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Cosa cambierà in Italia con la fine dello stato di emergenza

Dal 1° aprile dovrebbe scadere lo stato di emergenza: stop ad ordinanze e Dpcm, ma anche ridimensionamento del Cts e della struttura commissariale di Figliuolo.
A cura di Giacomo Andreoli
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Il 31 marzo finirà lo stato di emergenza per Covid, proclamato per la prima volta in Italia il 31 gennaio del 2020 dal governo Conte II. Al momento qualsiasi ulteriore proroga oltre questi 26 mesi pare esclusa, con i dati sull'evoluzione della pandemia in netto miglioramento nelle ultime settimane e il governo che sembra intenzionato ad allentare sempre di più le restrizioni. Cosa succederà quindi dal 1° aprile? Il governo non avrebbe più una serie di poteri straordinari per derogare alle norme di legge, utilizzando strumenti come ordinanze e Dpcm. Verrebbe quindi anche meno ciò che rimane del sistema dei colori delle Regioni e i poteri aggiuntivi dati in questi mesi ai loro presidenti.

Mancando poi la cornice giuridica emergenziale, dovrebbe decadere anche la struttura commissariale del generale Francesco Paolo Figliuolo, assieme al Comitato tecnico-scientifico. I meccanismi per intervenire contro la pandemia si farebbero più lenti, anche se non verrebbero superate del tutto alcune misure attualmente presenti nel Paese. La certificazione verde, ad esempio, a partire da aprile potrebbe essere allentata nei luoghi all'aperto, con eliminazione dei controlli per i tavoli all'esterno di bar e ristoranti, ma anche per partecipare agli sport di gruppo. Quindi, più avanti, potrebbe scattare il superamento dell'obbligo di mascherina al chiuso.

Fine dello Stato di emergenza, dalla pandemia all'endemia

Nel frattempo nel resto dell'Europa la fase più importante dell'emergenza è già finita. In vari Paesi come Regno Unito, Irlanda, Danimarca, Lituania, Norvegia e Svezia, il Green Pass è stato praticamente abolito. L'esecutivo Draghi non sembra voler accelerare i tempi come in queste nazioni, ma l'idea è comunque di considerare la pandemia sempre più simile a un'endemia. In questo senso si è già mossa la Spagna di Pedro Sánchez. In Francia e Germania, quindi, la maggior parte delle misure restrittive non è stata ancora ritirata, ma esiste già una roadmap per abbandonare le restrizioni.

I poteri del governo

Per stato di emergenza, in Italia, si intende quella condizione giuridica determinata da eventi eccezionali. In questi casi vengono garantiti al governo una serie di poteri straordinari per proteggere i cittadini, derogando dalle norme di legge. Certo, bisogna sempre rispettare i principi generali dell'ordinamento, ma si può procedere con ordinanze come quelle del ministero della Salute per il colore delle Regioni e della struttura commissariale per gestire rapidamente la campagna vaccinale. Eliminato lo stato di emergenza, quindi, le procedure burocratiche si rallentano e sarebbe più difficile (anche se non impossibile) imporre misure ancor più restrittive.

Stop allo Stato di emergenza, via Figliuolo e il Cts?

In teoria lo stop allo stato d'emergenza vorrebbe dire anche eliminazione del Comitato tecnico-scientifico. L'organo, al momento composto da 11 persone, è coordinato dal presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli e ha come portavoce Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto superiore di sanità. Il ruolo del Cts è fornire consulenza e supporto alle attività di coordinamento per superare l'emergenza del Covid. Senza Stato di emergenza potrebbe però non essere del tutto eliminato, ma solo ridimensionato. Rischia di scomparire poi anche la struttura commissariale, anche se il generale Figliuolo potrebbe rimanere alla guida della macchina logistica dei vaccini, pianificando tutte le dosi senza alcuna urgenza.

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