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CasaPound cancellata da Facebook: bloccati decine di profili ufficiali e di militanti

Sono stati bloccati diversi profili Instagram e Facebook di Casapound. Gli account ufficiali del partito di estrema destra e quelli di alcuni responsabili nazionali non sono più raggiungibili dal primo pomeriggio. Di Stefano: “È agghiacciante e mi sembra un comportamento fuorilegge: noi ci siamo candidati, abbiamo consiglieri eletti e Fb deve attenersi alla legge italiana”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Nel giorno della manifestazione in piazza a Montecitorio, organizzata da Fratelli d'Italia e Lega, a cui hanno partecipato anche i militanti di CasaPound, su Instagram e Facebook numerosi account del movimento di estrema destra sono stati bloccati. Dal primo pomeriggio i profili ufficiali di CasaPound risultano non sono raggiungibili, così come quelli di numerosi responsabili nazionali, locali e provinciali, compresi quelli degli eletti in alcune città italiane. Restano, invece, consultabili i profili su Twitter. Anche i profili Facebook e Instagram di Forza Nuova sono stati bloccati. La notizia è confermata dallo stesso social. Gli account cancellati avrebbero violato la policy del social.

"Le persone e le organizzazioni che diffondono odio o attaccano gli altri sulla base di chi sono non trovano posto su Facebook e Instagram. Candidati e partiti politici, così come tutti gli individui e le organizzazioni presenti su Facebook e Instagram, devono rispettare queste regole, indipendentemente dalla loro ideologia. Gli account che abbiamo rimosso oggi violano questa policy e non potranno più essere presenti su Facebook o Instagram" ha spiegato all'Ansa un portavoce di Facebook.

Non è la prima volta che Facebook interviene chiudendo i profili del movimento di estrema destra. Ad aprile dello scorso anno, poco prima delle elezioni europee, la stessa decisione era stata presa dal social network per i profili di alcuni esponenti. "È chiara la presenza – spiegavano da Casapound – di un disegno ben preciso che mira a cancellare le voci dissonanti rispetto alla narrazione dominante". E, anche in quel caso, Facebook aveva spiegato che "quando una pagina o una persona infrange ripetutamente queste regole, come capitato in questo caso, la rimuoviamo".

"Facebook ha chiuso la mia pagina, 140.000 iscritti. E quella di CasaPound, 250.000. Ha chiuso le pagine dei nostri consiglieri comunali democraticamente eletti. Un abuso, commesso da una multinazionale privata in spregio alla legge italiana. Uno sputo in faccia alla democrazia", ha denunciato su Twitter Simone Di Stefano, segretario di CasaPound. In un tweet successivo, ha aggiunto: "Un abuso commesso in un giorno simbolico. Un segnale chiaro di censura che per ora colpisce noi, ma indirizzato a tutta l'opposizione al Governo PD/5Stelle. Questo è solo l'inizio, chissà di cosa saranno capaci".

"CasaPound azzerata sui social. Bloccati i profili su Facebook e Instagram. Che succede? È un fatto molto pesante, non può essere un caso, all'origine del quale devono esserci ragioni gravi. Vogliamo capire". Lo ha scritto Emanuele Fiano, parlamentare dem, su Twitter.

"L'apologia di fascismo è un reato anche sui #social. Chissà magari ora se ne accorge anche #Salvini", ha commentato su Twitter il presidente del gruppo Pd al Senato Andrea Marcucci.

La spiegazione di Facebook

Sul caso arriva anche la dichiarazione di Facebook, secondo cui le persone e le organizzazioni che diffondono odio non trovano spazio sul social network, così come su Instagram: "Per questo motivo abbiamo una policy sulle persone e sulle organizzazioni pericolose, che vieta a coloro che sono impegnati nell'odio organizzato di utilizzare i nostri servizi. Candidati e partiti politici, così come tutti gli individui e le organizzazioni presenti su Facebook e Instagram, devono rispettare queste regole, indipendentemente dalla loro ideologia. Gli account che abbiamo rimosso oggi violano questa policy e non potranno più essere presenti su Facebook o Instagram".

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