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Pdl e Pd dicono sì al governo Monti e spingono per i “tecnici”

I due maggiori partiti italiani appoggeranno l’esecutivo guidato dall’ex rettore della Bocconi ma hanno dichiarato di preferire un team composto da soli tecnici. Intanto il Pd smentisce la notizia di Amato e Letta vicepremier.
A cura di Alfonso Biondi
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I due maggiori partiti italiani appoggeranno l'esecutivo guidato dall'ex rettore della Bocconi ma hanno dichiarato di preferire un team guidato da soli tecnici. Intanto il Pd smentisce la notizia di Amato e Letta vicepremier.

Occhi puntati su Mario Monti che già stasera dovrebbe comunicare al Capo dello Stato quali saranno i componenti del nuovo governo. Attorno alla squadra che sceglierà il professore della Bocconi continua ad esserci grande interesse e il toto-ministri di queste ore non fa che alimentare la curiosità. Le consultazioni col Partito Democratico e col Popolo della Libertà hanno confermato che l'appoggio al governo tecnico ci sarà, ma ancora è chiaro se ci siano state (e quali siano state) delle precise richieste da parte dei due maggiori partiti italiani.

Quello che è chiaro, però, è che le voci di queste ultime ore che danno Giuliano Amato e Gianni Letta vicepremier non piacciono assolutamente ai vertici del Pd che si affrettano a smentire qualsiasi patto al riguardo."Ora non ci vengano a dire che il governo non si fa per colpa del Pd. Non ci vengano a dire: il Pd si sbrighi. Noi quello che dovevamo dire lo abbiamo detto dall'inizio. Siamo coerenti" fanno sapere i democratici, che ribadiscono quanto già detto a più riprese e cioè di preferire un esecutivo di natura squisitamente tecnica.

Sulla stessa lunghezza d'onda sarebbe anche il Pdl. Meglio un governo fatto solamente di tecnici. In ogni caso dall'incontro odierno con Mario Monti non sarebbero emersi problemi. A renderlo noto su facebook è proprio il segretario nazionale Angelino Alfano che, subito dopo l'incontro, ha scritto: "Finito con Monti. E' andata bene. Adesso sto andando dal Presidente Berlusconi con i capigruppo Gasparri e Cicchitto. A dopo".

La tensione resta tuttavia molto alta, specie dopo le dichiarazioni di Italo Bocchino al Corriere della sera. "Berlusconi– ha sentenziato il colonnello finiano– ha capito che deve trattare con noi. Questa è la sua sola opzione", aggiungendo che, invece, le alternative del suo partito sono 3: dire sì all'intesa con il Pdl "che però non potrà a quel punto esprimere il candidato premier; andare alle urne come Terzo polo, per essere determinanti al Senato dopo il voto", o infine "sostenere che l'esperienza del governo che sta per nascere debba proseguire anche nella prossima legislatura, costruendo un'alleanza con il Pd che preveda Monti come candidato a Palazzo Chigi". Infuocate le repliche da parte della maggioranza, che, col portavoce Capezzone, ha addirittura messo in discussione un eventuale appoggio a Monti. A gettare acqua sul fuoco ci ha pensato il Presidente della Camera Gianfranco Fini che ha parlato di un "errore" e ha lavorato con la consueta diplomazia per far rientrare la situazione. Che in effetti è rientrata, almeno per ora.

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