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Fiducia sulla Manovra: ecco le modifiche (definitive?) su Iva, contributo di solidarietà e pensioni

Manca solo l’ufficialità, ma il testo del provvedimento anti-crisi si può considerare ultimato. Tra gli emendamenti aumento dell’Iva di un punto percentuale, dal 20 al 21%, e il prelievo sui redditi alti. Il voto finale del Senato è fissato per domani.
A cura di Biagio Chiariello
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Senato, discussione della manovra finanziaria

Nel giorno dell'ennesimo rovinoso crollo di Piazza Affari (nel pomeriggio la peggiore d'Europa), delle critiche giunte dalla Spagna (per bocca del portavoce del governo, José Blanco che, nell'accostarci alla Grecia, si dice "molto preoccupato" del fatto che i due Paesi "non stanno centrando i loro obiettivi di risanamento") e dello sciopero generale indetto dalla Cgil a Roma per protestare contro la manovra varata dal governo, è arrivato il sì quasi ufficiale al testo del provvedimento che dovrebbe scrivere la parola fine alla crisi economica che attanaglia il Paese.

E' terminato infatti da un paio d'ore il vertice di maggioranza convocato dal premier a palazzo Grazioli, dove Silvio è tornato è per la prima volta dal 12 agosto, giorno in cui fu approvata la manovra correttiva. Nel corso dell'incontro al quale al quale hanno partecipato i ministri dell’Economia e alla Semplificazione Giulio Tremonti e Roberto Calderoli, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, i capigruppo del Pdl di Camera e Senato Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri e il capogruppo della Lega al Senato, Federico Bricolo è stato raggiunto l'accordo sulle ultime modifiche, caldeggiate dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, da inserire in manovra. Tra i cambiamenti più significativi l'aumento dell'Iva di un punto percentuale, dal 20 al 21%, contributo di solidarietà del 3% per i redditi che superano 500 mila euro e adeguamento dell’età di congedo per pensioni delle donne nel settore privato a partire dal 2014. Palazzo Chigi ha diffuso un comunicato in cui specifica anche che giovedì prossimo il Consiglio dei ministri approverà l'introduzione in Costituzione della «regola d'oro» sul pareggio di bilancio e dell'abolizione delle Province col conseguente passaggio di competenze alle Regioni. Gettito previsto, secondo le indiscrezioni, quantificato in 6 miliardi.

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 In questi minuti è in corso un Consiglio dei Ministri per formalizzare la decisione. E il ricorso all'ennesimo voto di fiducia è lamentato dal segretario del Pd, Pier Luigi Bersani che sottolineano come i membri del governo "avevano promesso di non mettere la fiducia per consentire il dibattito e il contributo da parte di tutti. Ma ancora una volta hanno cambiato le carte in tavola. Questo è un governo che sa solo mentire. L'ennesima chiusura di ogni possibile discussione ci consegna una manovra che resta iniqua e inefficace".

Allo stesso Bersani, e soprattutto all'appello dei manifestanti nel corso dello sciopero della Cgil,che invoca una modifica all'articolo 8 della manovra che rende i contratti operativi anche in deroga alle leggi e ai contratti collettivi nazionali, ha invece risposto picche il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi: "A Bersani che pretende addirittura la rinuncia all'articolo 8 rispondiamo che non se ne parla proprio nel nome, da un lato, della sua corrispondenza a una delle più esplicite richieste della Banca centrale europea e, dall'altro, di un consenso che ha visto convergere la maggioranza e il Terzo polo oltre alla sua accettazione da parte della maggioranza degli attori sociali".

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