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Trump dichiara guerra ai social media: firmato l’ordine esecutivo contro piattaforme come Twitter

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha firmato l’ordine esecutivo con cui dichiara ufficialmente guerra ai social media. La decisione nasce dopo la polemica con Twitter: con questa decisione Trump prevede che venga eliminata l’immunità legale per le cause relative ai contenuti pubblicati sulle piattaforme social.
A cura di Stefano Rizzuti
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Donald Trump
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Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, dichiara guerra ai social media. E lo fa firmando l’ordine esecutivo che punta a eliminare l’immunità legali contro eventuali cause per i contenuti pubblicati sulla piattaforma. La Casa Bianca fa quindi sapere che con questo provvedimento i social media perdono l’immunità legale. Sulla base di quanto emerso da una prima bozza, che potrebbe comunque subire qualche modifica, verrebbe così ridotta la discrezionalità con cui le singole società, come Facebook o Twitter, possono limitare la libertà di parola di ogni utente. Il caso a cui si fa riferimento è, per esempio, quello della cancellazione di un post o della sospensione di un account.

Trump annuncia, inoltre, che l’amministrazione da lui guidata punta anche a un altro provvedimento: una legislazione specifica sui social, che si andrà ad aggiungere all’ordine esecutivo. Il presidente sa che probabilmente la sua decisione verrà portata in tribunale ma non si dice preoccupato a riguardo. La guerra di Trump ai social media nasce dopo la polemica con Twitter, che ha etichettato come non veritieri due post del presidente degli Stati Uniti. Scatenando la sua ira.

Trump accusa ora Twitter di assumere “posizioni editoriali” e soprattutto di fare “attivismo politico” quando decide di intervenire sui singoli tweet degli utenti, come avvenuto nel suo caso. Il presidente degli Stati Uniti rivendica: “Oggi noi difendiamo la libera espressione da uno dei pericoli più grandi”. Nelle scorse Trump aveva annunciato che sarebbe arrivato questo provvedimento, scrivendo proprio su Twitter. E scatenando anche la risposta di Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook: “Bisogna prima capire che cosa intenda fare, tuttavia, in linea generale, non mi sembra una giusta reazione da parte del governo censurare una piattaforma perché si è preoccupati della censura”.

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