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Di Maio: “Abolizione legge Mancino non è nel contratto di governo”. Salvini: “Non è priorità”

Sull’abolizione della legge Mancino, proposta dal ministro Fontana, è intervenuto anche il vicepremier Luigi Di Maio: “La Legge Mancino per me deve rimanere dov’è. Le pensioni d’oro invece devono scomparire alla velocità della luce”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"La discussione sull'abrogazione della Legge Mancino può chiudersi tanto rapidamente quanto si è aperta. Prima di tutto non è nel contratto di governo. In secondo luogo è uno di quegli argomenti usati per fare un po' di distrazione di massa che impedisce di concentrarsi al 100% sulle reali esigenze del Paese: lotta alla povertà, lavoro e imprese". Questo è il messaggio del vicepremier e capo politico del M5S Luigi Di Maio, che ha bocciato la proposta avanzata dal ministro Lorenzo Fontana, che vuole cancellare la legge che punisce i crimini legati a "Discriminazione, odio o violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi".

La dichiarazione del ministro della Famiglia sta facendo discutere: "Abroghiamo la legge Mancino, che in questi anni strani si è trasformata in una sponda normativa usata dai globalisti per ammantare di antifascismo il loro razzismo anti-italiano", ha detto Fontana. Una proposta accolta con favore dal Carroccio, che negli ultimi anni ha portato avanti quest'idea, e dallo stesso ministro degli Interni Matteo Salvini, che però ha commentato così: "Priorità della Lega e del governo sono lavoro, tasse, giustizia e sicurezza. Evitare di processare le idee nel nome della libertà di pensiero è una battaglia giusta, ma certo non è una priorità".

La posizione di Luigi Di Maio è ampiamente condivisa dal premier Giuseppe Conte: "L'abrogazione della legge Mancino non è prevista nel contratto di governo e non è mai stata oggetto di alcuna discussione o confronto tra i membri del Governo" – ha scritto il premier su Facebook, secondo cui sono "sacrosanti gli strumenti legislativi che contrastano la propaganda e l'incitazione alla violenza e qualsiasi forma di discriminazione razziale, etnica e religiosa".

"Personalmente" – ha aggiunto – "credo che il rispetto delle idee sia un valore fondamentale di ogni sistema democratico, ma allo stesso modo ritengo che siano sacrosanti gli strumenti legislativi che contrastano la propaganda e l'incitazione alla violenza e qualsiasi forma di discriminazione razziale, etnica e religiosa. In questo momento il governo deve lavorare e impegnarsi su molti fronti caldi: rilancio dell'occupazione, riforme strutturali che consentano la crescita economica e lo sviluppo sociale del Paese. Concentriamo su questi obiettivi il nostro impegno".

A proposito dell'episodio di violenza, di cui è stata vittima l'atleta italiana di origini nigeriane Daisy Osakue, il vicepremier Di Maio ha criticato l'atteggiamento dei media: "In Italia alcuni giornali stanno strumentalizzando alcuni casi di cronaca per coprire le vere emergenze del Paese e tutta l'Italia lo ha capito ieri quando si è scoperto chi era l'imbecille che ha lanciato l'uovo a Daisy Osakue. Ci sono invece milioni di disoccupati e milioni di poveri che per i giornali non esistono. Le soluzioni per rispondere alle loro esigenze sono dentro il contratto che il governo ha il compito di applicare. La Legge Mancino per me deve rimanere dov'è. Le pensioni d'oro invece devono scomparire alla velocità della luce".

Le associazioni sono sul piede di guerra. Carla Nespolo, presidente nazionale Anpi, ha diffuso una nota: "Chiedo con forza le immediate dimissioni del Ministro Fontana. Le sue dichiarazioni violano gravemente la Costituzione della Repubblica".

Anche Arcigay è preoccupata: "L'attacco odierno all'unica legge che punisce i crimini e le parole d'odio e che realizza lo spirito antifascista della nostra Costituzione, ha dell'eversivo. La legge Mancino non solo non va abolita, ma va da un lato estesa all'omotransfobia, dall'altro resa ancora più efficace e applicata, specie in questi anni in cui si moltiplicano i rigurgiti xenofobi e fascisti, in cui si spara allo straniero e si inviano proiettili perfino via posta elettronica, per intimidire chi dà voce all'antifascismo. Parlare di abolizione, proprio ora, vuol dire soffiare sul fuoco del conflitto sociale, legittimare i violenti, aizzarli fino in fondo. Questa incoscienza ci allarma e ci lascia impietriti".

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