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Cara di Mineo, fermato il compagno della 26enne uccisa: “Voleva prelevare denaro e fuggire”

Un cittadino maliano di 30 anni ritenuto il presunto autore dell’omicidio di Miracle Francis, assassinata con una coltellata alla gola presso il Cara di Mineo, è stato arrestato. L’uomo vive nel Nord Italia e pare fosse tornato per convincere la donna e i figli a trasferirsi da lui.
A cura di Susanna Picone
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È stato sottoposto a fermo dalla Polizia di Stato il presunto omicida di Miracle Francis, la ventiseienne nigeriana uccisa la sera di Capodanno con un colpo di coltello alla gola nel Cara di Mineo, nel Catanese. L'uomo fermato si chiama Billa Francis, è un maliano di trenta anni, e sarebbe stato il compagno della vittima. L’uomo è gravemente indiziato del reato di omicidio volontario, con le aggravanti di avere agito per motivi abbietti o futili e con crudeltà. L’uomo è stato rinchiuso nel carcere di Piazza Lanza a disposizione del Sostituto procuratore di turno presso la Procura della Repubblica di Catania. Da quanto ricostruito, il trentenne vive nel Nord Italia e sarebbe andato a trovare la moglie e i figli nel Cara di Mineo probabilmente per convincerli a seguirlo. Lei si sarebbe rifiutata anche perché non voleva perdere il diritto al riconoscimento dello status di rifugiato. Lì, al culmine di una lite, avrebbe colpito la donna prima di darsi alla fuga. Il cadavere della donna è stato scoperto dai figli che hanno dato l’allarme chiedendo aiuto ai volontari del Cara.

L'uomo probabilmente stava per scappare – L'uomo, senza documenti, è poi stato bloccato nei pressi di un Internet Point nella zona della Stazione Ferroviaria del capoluogo etneo, dove voleva incassare una somma di danaro in contanti che gli consentisse di raggiungere il Nord Italia e poi l'estero. Portato negli uffici della Squadra mobile per essere sentito come persona informata sui fatti, il trentenne non ha reso alcuna dichiarazione e si è limitato solo ad affermare di non essersi mai recato nel Cara di Mineo. Sul suo corpo gli investigatori hanno riscontrato la presenza di graffi e abrasioni compatibili con una colluttazione ingaggiata con la vittima e gli hanno sequestrato i vestiti. Da quanto emerso, l'uomo aveva in tasca anche un foglio scritto a mano con i nomi della compagna e dei figli. L'arma usata per l'omicidio, un coltello da cucina con una lama lunga circa 13 centimetri sporco di sangue, è stata trovata e sequestrata nell’alloggio della donna.

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