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Omicidio al Cara di Mineo: uccisa una 26enne nigeriana, interrogato il compagno

Omicidio all’interno del Centro d’accoglienza per richiedenti asilo di Mineo, in provincia di Catania. Una nigeriana di 26 anni è stata trovata priva di vita nel suo alloggio, ferita alla gola con un colpo d’arma da taglio.
A cura di Susanna Picone
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Una giovane nigeriana, Francis Miracle, è stata uccisa con un colpo di arma appuntita alla gola nel suo alloggio nel Centro accoglienza richiedenti asilo (Cara) di Mineo, nel Catanese. La donna, che aveva ventisei anni, era arrivata nella struttura siciliana nel dicembre del 2016. Sarebbe stata uccisa al culmine di una lite. L’omicidio è al momento senza testimoni: a dare l’allarme sono stati i due figli della donna. “La mamma sta male, è a terra”, avrebbero detto al personale del Cara di Mineo. I bambini, da quanto si apprende, non avrebbero assistito al delitto ma sarebbero stati i primi a trovare la mamma ferita. I medici intervenuti nella struttura non hanno potuto far altro che constatare il decesso della donna. Sul posto per i rilievi e le indagini la polizia di Stato con personale della squadra mobile della Questura di Catania e del commissariato di Caltagirone. Il delitto è avvenuto nella serata di ieri, ma solo oggi pomeriggio è stata diffusa la notizia.

Il compagno interrogato come persona informata dei fatti – Dopo l’omicidio nel Cara di Mineo la polizia ha iniziato a cercare e poi ha bloccato nel popolare mercatino popolare della Fiera di Catania il compagno della vittima, un cittadino extracomunitario che arrivato in Italia ha dichiarato di avere trenta anni e di essere originario del Mali. L’uomo vive nel Nord Italia e pare fosse tornato per convincere la ventiseienne e i figli a trasferirsi da lui. Da quanto è emerso, sulle sue braccia sono stati trovati dei graffi ora al vaglio della polizia scientifica. Sono inoltre in corso accertamenti anche su un coltello con macchie di sangue trovato nella cucina dell'abitazione della donna. L'uomo è stato condotto negli uffici della squadra mobile della Questura per essere interrogato come persona informata sui fatti. Sulla vicenda indaga la Procura di Caltagirone.

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