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“Siete covidioti”: l’infermiere negazionista rischia la radiazione

Rischia la radiazione l’infermiere di La Spezia che sui social network nega l’esistenza del virus e attacca la campagna di vaccinazione, arrivando a definire “covidiota” chi non la pensa come lui. L’uomo, che lavora in una struttura del territorio, verrà sentito in audizione come previsto dal regolamento disciplinare.
A cura di Biagio Chiariello
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Un infermiere no-vax rischia la sospensione dall’Ordine degli infermieri. L'uomo, originario di La Spezia, ha pubblicato su Facebook alcuni post nei quali sostiene che "il Covid non esiste", ma che è tutta una montatura che avrebbe provocato un eccesso di preoccupazione tra la gente e soprattutto chi crede a questa cosa sia un “Covidiota”. Affermazioni forti arrivate anche all'ordine degli infermieri della Spezia che, attraverso il presidente Francesco Falli, fa sapere che l'operatore sanitario nei prossimi giorni verrà sentito in audizione come previsto dal regolamento disciplinare. Nel caso in cui facesse ammenda e si impegnasse a rimuovere i post incriminati sui social, il rischio per lui sarebbe quello di semplice richiamo disciplinare. Nel caso in cui invece confermasse e sostenesse "teorie antiscientifiche" la misura sarà molto più drastica, fino alla sospensione o alla radiazione dall'albo degli infermieri.

"Si tratta di un nostro iscritto che non lavora in Asl5 – conferma il presidente Francesco Falli – Lo chiameremo al più presto e ci faremo spiegare i motivi che l'hanno indotto a scrivere quelle frasi su Facebook. Vedremo se farà marcia indietro e ammenda. Se intenderà insistere sulla sua posizione scatterà sospensione dall'ordine e di conseguenza dal lavoro perché per poter lavorare sono indispensabili due requisiti, oltre al titolo professionale serve l’iscrizione all' Ordine. I comportamenti antiscientifici, come quelli tenuti dal giovane collega, sono sanzionati dal Codice deontologico di tante professioni, compresa quella di infermiere. Non si tratta di una censura, un conto è la libertà di opinione, ma se una persona ricopre un ruolo da professionista sanitario è chiaro che quello che dice ha un valore per i cittadini. Serve cautela e nel dubbio astenersi da commenti privi di evidenze scientifiche, fonti che non sono certo i social – aggiunge il presidente dell’Opi – Tutto il consiglio direttivo spezzino, con le commissioni di Albo, è compatto su questa linea".

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