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Parlano i ragazzi pestati a Roma: “Era la nostra prima manifestazione, non avevamo fatto nulla”

Andrea e Deborah sono i ragazzi immortalati mentre tentano a vicenda di proteggersi dalle manganellate degli agenti: “Ci hanno buttati per terra e hanno cominciato a picchiarci”.
A cura di D. F.
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E' l'immagine simbolo della manifestazione contro l'austerity. Ha fatto il giro del mondo lo scatto che immortale due ragazzi a terra: lui, ferito alla testa, che tenta di proteggere lei dalle manganellate degli agenti di polizia. Poi un funzionario della "puublica sicurezza", evidentemente non soddisfatto nel vedere quei due giovani impauriti, decide di salire con i suoi pesanti anfibi sulle costole della ragazza. La fotografia ha fatto il giro del web, e i protagonisti di quella vicenda sono stati "intercettati" dal giornalista Checchino Antonini di Popoff Globalist: si chiamano Deborah e Andrea, hanno 22 e 19 anni, sono versiliesi e fanno militanza politica nella Brigata antisfratto di Viareggio. Lei studia Scienze della Pace e per lei quella di sabato era la prima manifestazione. Popoff li ha intervistati durante un'assemblea pubblica: "Non ero consapevole della violenza della polizia. Era la mia prima manifestazione e dopo sabato ho dovuto aprire gli occhi. Non credevo che la polizia potesse caricare gente… cioè, non ho fatto niente, non stavamo facendo niente", racconta la ragazza.

Deborah ricostruisce la vicenda: "Ero in mezzo alla folla con la mia amica. La polizia ha cominciato a caricare e ci siamo riparate dietro ai giornalisti. A un certo punto ho visto Andrea sanguinante. Ero spaventata, l'ho rincorso cercando di tamponargli la ferita alla testa. Poi ci siamo sentiti prendere da dietro, ci hanno buttati per terra e hanno cominciato a picchiarci". La giovane racconta che un agente l'ha ferita sulla schiena e su un braccio, poi quando era a terra qualcuno ha infierito salendole sullo stomaco e dandole calci ovunque. Nel frattempo Andrea tentava di proteggerla. Non solo: quando i due sono riusciti finalmente a rialzarsi hanno chiesto spiegazioni. La risposta non si è fatta attendere: "Siete delle persone di merda", dicevano. "Siete degli schifosi, persone del cazzo".

Ma il racconto prosegue. I due tantano di farsi portare in ospedale da un taxi ma l'autista risponde: "Non posso farlo, mi sporcate i sedili dell'auto".

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