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Incidente Alessandria, il padre del 23enne alla guida: “Ci hanno minacciato, abbiamo paura di tornare a casa”

Il 23enne di origini marocchine Maruan Naimi è piantonato in ospedale ad Alessandria. C’era lui alla guida della macchina che si è schiantata contro un muro dopo non essersi fermato all’alt dei carabinieri. Ma sull’incidente – nel quale sono morti tre ragazzi – ci sono due versioni.
A cura di Biagio Chiariello
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Le vittime dell'incidente di Alessandria
Le vittime dell'incidente di Alessandria

"Ci hanno minacciati di morte, io e mia moglie non possiamo tornare a casa. Siamo molto preoccupati e presto parleremo con un avvocato". Abderrazzak Naimi è il padre di Maruad, il 23enne indagato per omicidio stradale nell’incidente di Alessandria, nel quale sono morti tre giovani: Lorenzo Pantuosco di 23 anni, Lorenzo Vancheri di 21 e Denise Maspi di 15. Altri quattro sono feriti. Viaggiavano infatti in sette su una Peugeot 807 finita fuori strada sulla provinciale 244 tra Cabanette e il sobborgo di Cantalupo. L'auto non si sarebbe fermata all'alt dei carabinieri, dopo essere stata notata mentre procedeva in modo irregolare. Alla guida c'era Maruad che avrebbe accelerato alla vista del posto di blocco.

Oggi il padre del ragazzo dice oggi di aver ricevuto minacce di morte. Il 23enne è in ospedale ad Alessandria, non è in pericolo di vita. Ieri davanti al nosocomio alcune persone hanno chiesto di Maruad. "Diteci dov’è, vogliamo sapere dov’è", hanno chiesto all’ingresso presidiato dalla polizia. Altri insulti e minacce sono comparsi su Facebook:

"Non è giusto, poteva succedere a chiunque. Accusano: ‘È colpa del marocchino!'. Ci chiamano assassini – dice il signor Naimi – Ma noi siamo qui da trent’anni a lavorare, nostro figlio è nato a Alessandria. E quei ragazzi, tutti, erano come altri figli per noi. Entravano e uscivano da casa quando volevano. Siamo distrutti per quello che è successo. Maruan ha sbagliato, ma poteva succedere a un altro ragazzo. E non è stato l’unico a sbagliare".

Sullo stato di salute del figlio, dice: "Non riesce a parlare. Ripete sempre la stessa frase: “Dove sono i miei amici?”. Stiamo male per i genitori".

Intanto gli inquirenti stanno lavorando per ricostruire l'esatta dinamica dell'incidente attraverso accertamenti e verifiche, anche sul motivo all'origine della fuga diventata poi mortale. Secondo i carabinieri la vettura sulla quale viaggiavano gli amici sarebbe stata notata intorno alle 3.50 procedere a zig zag nel quartiere Cristo. Il conducente, visti i lampeggianti accesi del mezzo di servizio e l'inversione per fermarli, avrebbe accelerato, dirigendosi verso la periferia della città. Dopo un po' le forze dell'ordine perdono di vista la macchina e viene diramata una nota di ricerca. Alle 4 del mattino l’auto guidata da Maruan Naimi finisce fuori strada, fermando la sua folle corsa nel giardino di un'abitazione.

C'è poi l'altra versione, quella secondo la quale l'incidente sarebbe avvenuto durante l'inseguimento. "Gli stavano dietro con i lampeggianti accesi anche con la nebbia e con il ghiaccio in strada. Mio figlio ha sbagliato, ma è per l’inseguimento che c’è stato l’incidente", racconta ancora il padre di Maruan.

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