1.298 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Garlasco, il nuovo indagato Andrea Sempio: “Chiara? Ero troppo giovane per lei”

Andrea Sempio è al centro dell’inchiesta bis aperta per il delitto di Garlasco. Il giovane, all’epoca dell’omicidio di Chiara Poggi, 19enne, era un amico del fratello della vittima. Ecco cosa ha dichiarato agli inquirenti.
A cura di Angela Marino
1.298 CONDIVISIONI
Andrea Sempio e Alberto Stasi
Andrea Sempio e Alberto Stasi

Dopo dieci anni dal delitto di Garlasco, Andrea Sempio, all'epoca dei fatti ritenuto estraneo alla vicenda, è finito al centro dell'inchiesta bis sull'omicidio di Chiara Poggi, 28 anni, assassinata a martellate nella villetta di Garlasco (Pavia), dove viveva con la famiglia. A far scattare gli accertamenti è stata la nuova perizia in genetica forense presentata da Fabio Giarda e Giada Bocellari, legali di Alberto Stasi, che oggi sconta una condanna a 16 anni per l'omicidio della fidanzata. Lo studio, che ha accompagnato la richiesta di revisione del processo, indica nell'amico del fratello della vittima,oggi 28enne, la persona a cui corrisponde il Dna trovato sotto le unghie di Chiara.

"Conoscevo la Chiara – si legge nel verbale che 18 agosto 2007 trascrisse le dichiarazioni di Sempio – in quanto frequentavo la sua abitazione. (Sempio era amico di Marco, fratello di Chiara, ndr.). Escludo categoricamente di averla mai frequentata attesa la nostra differente età. Non abbiamo mai avuto amici in comune. Ribadisco che la stessa era da me conosciuta solo perché ero amico del fratello Marco".

Quanto al giorno dell'omicidio il 19enne dichiara di essere uscito in auto per andare a Vigevano ad acquistare dei libri. Gliene viene chiesto conto un anno dopo i fatti, in un interrogatorio del 4 ottobre 2008, giorno in cui il giovane consegna uno scontrino risalente a quella mattina e conservato per oltre un anno.

 "Il 13 agosto 2007 ricordo di aver aspettato mia madre che era andata a fare la spesa e verso le 10 mi sono recato in Vigevano, con l’unica macchina a disposizione della mia famiglia, per andare alla libreria che si trova in piazza Ducale. Ricordo di aver parcheggiato prima della piazza Ducale. Ho conservato lo scontrino del parcheggio, che vi consegno. Giunto alla libreria l’ho trovata chiusa".

La ricevuta fiscale del parcheggio è datata 13 agosto 2007, alle 11 e 18 (Chiara è morta tra le 9,12 e le 10 del mattino, ndr.). Secondo il resoconto di quella giornata fornito agli inquirenti dopo aver lasciato piazza Ducale, il giovane torna a Garlasco per andare a casa della nonna paterna.

A mezzogiorno sono tornato a casa per pranzare con i miei. Dopo il pranzo, insieme a mio padre, mi sono portato nuovamente da mia nonna paterna dove rimanevamo per circa un’ora. Verso le 15 circa, sempre insieme a mio padre, siamo ritornati presso la nostra abitazione; nel transitare per via Pavia, giunti all’altezza di via Pascoli,notavo la presenza di un’ambulanza e delle persone». Andrea è di nuovo sul posto verso le 16, quando il nome di Chiara ormai inizia a circolare. Rincasa, informa il padre e torna con lui in via Pascoli: lì più persone gli danno la certezza che la ragazza trovata morta in casa è la sorella del suo amico Marco Poggi.

A portare gli investigatori sulle tracce di Sempio fu l'analisi dei tabulati telefonici di casa Poggi, dalla quale sono emerse tre telefonate lampo di 10, 2 e 21 secondi, in uscita il 4, il 7 e l’8 agosto, dal cellulare del Sempio e dirette al telefono fisso dell'abitazione in via Pascoli. Il fatto che il giovane chiamasse proprio quando l'amico era fuori con i genitori, ha generato l'interesse degli inquirenti. La risposta fu che Marco non aveva indicato con precisione il giorno della partenza per il Trentino e per tale ragione Andrea lo aveva cercato più volte a casa, dove era rimasta la sola Chiara. La nuova inchiesta partita dopo la richiesta dei legali di Stasi – che hanno ottenuto la revisione del processo per il loro assistito – passerà nuovamente al setaccio l'alibi del giovane e valuterà la traccia biologica attribuita a lui sotto le unghie di Chiara. Il campione prelevato a suo tempo dal corpo è stato messo a confronto dal genetista forense e consulente della difesa, Pasquale Linarello,  con uno acquisito da un bicchierino e da una paletta per il caffè. Se la corrispondenza tra il Dna trovato sotto il mignolo e l'indice di Chiara con il profilo biologico dell'indagato fosse confermata da nuovi esami, la domanda a cui il giovane dovrebbe rispondere sarebbe questa: perché, se è vero che i due si conoscevano a stento, quella traccia si trovava sul corpo di Chiara?

1.298 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views