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Alluvione in Emilia Romagna, stivali e pompe a immersione sono quasi introvabili

La conferma arriva con una prova sul campo nel Bolognese: in alcuni grandi rivenditori, gli scaffali per questo genere di prodotti sono vuoti. Diversa la situazione nei supermercati, almeno per quanto riguarda quelli del capoluogo.
A cura di Beppe Facchini
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Stivali terminati, ci scusiamo per il disagio”. È il cartello presente in diversi negozi e catene nel Bolognese già da qualche giorno: uno degli effetti dell'onda lunga del maltempo in Emilia-Romagna è anche questo. Certo, non si tratta di beni catalogabili fra quelli di prima necessità, come cibo o acqua, ma nei giorni in cui moltissimi cittadini sono alle prese con il fango fin dentro casa, anche gli stivali lo diventano. E il ragionamento è analogo pure per quanto riguarda le pompe ad immersione: sono letteralmente introvabili.

È bastata una prova sul campo per capirlo. Prima tappa alla periferia di Bologna. Tutti gli scaffali sono pieni, in ogni reparto, tranne quando si arriva a quello dedicato agli articoli da pesca e caccia. Sono completamente vuoti, un cartello avvisa i clienti che non c'è niente da fare: prodotto terminato. E se si vuole provare ad ordinare un paio di stivali da pioggia, c'è da attendere almeno fra i sette e i nove giorni, come lo stesso avviso mette in guardia. Lo stesso vale anche per le sedi di Casalecchio, Modena, Zola Predosa, Ferrara e Faenza: lo conferma un totem presente all'ingresso, dal quale è possibile cercare la disponibilità di qualsiasi prodotto in vendita nei negozi della catena nei paraggi. A distanza di poche centinaia di metri, la situazione è identica anche in altri grandi rivenditori. Qui, oltre agli stivali, sono anche le pompe a mancare. “È tutto finito ormai da giorni” spiegano due commessi.

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Spostandosi più in là, verso il capoluogo, lo scenario è lo stesso. In un altro grande punto vendita mancano completamente stivali e pompe, andate letteralmente a ruba da quando l'emergenza è cominciata. D'altronde, anche nel Bolognese, sebbene con conseguenze inferiori rispetto alla vicina Romagna, l'acqua ha invaso centinaia e centinaia di case e cantine, sia fra le vie cittadine che in quelle di campagna. “Le abbiamo vendute tutte già da un paio di giorni, non c'è più nulla” ammette un dipendente nel reparto di competenza. L'ultima speranza rimane, da queste parti, il mercatone a Castenaso. “Finalmente, è da oggi pomeriggio che giriamo per trovarli” tira un sospiro di sollievo una coppia di anziani davanti ai pochi modelli in plastica di stivali ancora reperibili nel negozio. Nel giro di pochi minuti, però, anche qui la cesta si svuota velocemente. E per chi ancora non si è munito di stivali per i prossimi giorni di allerta, sembrerebbe ormai impossibile riuscire a rimediare.

Diverso, infine, il discorso nei supermercati. Almeno dalle parti del capoluogo emiliano-romagnolo, l'impressione è che non manchi nulla. In tre diversi supermercati girati in un tardo pomeriggio di tregua dalla pioggia incessante, carne, pasta, frutta e verdura sono regolarmente al loro posto. “Ho letto che invece nelle zone alluvionate mancano diverse cose” dice una signora col carrello mediamente pieno di spesa. E in effetti, stando a quanto riportato da alcuni giornali locali, sembra proprio che in alcuni supermercati della Romagna il quadro sia diverso rispetto a quello bolognese. Colpa della viabilità in tilt negli ultimi giorni, con diversi camion costretti a stare fermi per diverse ore fuori dall'autostrada, in attesa del ritorno al regolare traffico lungo la via Emilia, ma anche della comprensibile paura dei cittadini di ritrovarsi chiusi e isolati in casa senza provviste. "Non creiamo allarmismi" l'appello, infine, rivolto proprio sul tema degli scaffali vuoti, lanciato in una conferenza stampa congiunta col governatore Stefano Bonaccini e Fabrizio Curcio, capo della Protezione Civile, dalla vicepresidente della Regione, Irene Priolo. La stessa Protezione Civile e tantissimi volontari si stanno impegnando per consegnare derrate a domicilio, anche in canotto se necessario, ha precisato Priolo. "Stiamo montando nove cucine e mettendo in campo non solo quello che il sistema ci ha consegnato, ma anche la generosità di enti e realtà che donano" ha concluso.

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