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Non riesce a comprare la borsa dei suoi sogni: denuncia Hermès per pratica commerciale scorretta

Possedere una Birkin è un lusso, acquistarla è un’impresa. Un tribunale della California ha citato in giudizio la Maison francese: la denuncia è stata presentata da due clienti, che si sono scagliati contro la strategia della lista d’attesa.
A cura di Giusy Dente
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Birkin Bag
Birkin Bag

La borsa più famosa di Hermès porta il nome di un'icona, l'attrice e cantante Jane Birkin. È un vero e proprio gioiello e le celebrities fanno a gara per sfoggiare il modello più costoso e pregiato. Possedere una Birkin, infatti, significa fare una precisa affermazione di stile: più che un accessorio è uno status symbol. Alcuni modelli superano facilmente i 100 mila euro: basti pensare alla Faubourg venduta a 160 mila euro (quanto un appartamento), oppure alla rarissima Nilo Crocodile di coccodrillo impreziosita con 245 diamanti, venduta addirittura per 300 mila euro (una borsa da record).

Georgina Rodriguez con la Birkin Bag
Georgina Rodriguez con la Birkin Bag

Tra le fan di questi modelli di lusso ci sono Kim Kardashian, Georgina Rodriguez (che ne possiede più di una), Chiara Ferragni (che nell'armadio ne ha una vera e propria collezione). Ma al di là della disponibilità economica che serve per portare a casa una Brikin, bisogna sapere che il procedimento non è dei più semplici. Non basta entrare in boutique e staccare un assegno. Quando si entra in negozio si entra a far parte di una lista d'attesa: e l'attesa può durare anche anni, perché le vendite sono centellinate. Questo contribuisce ovviamente al prestigio del marchio e dell'accessorio cult: è una strategia che ha reso questa borsa iconica, un vero e propio oggetto del desiderio, qualcosa di esclusivo. Ma proprio questa strategia ha messo il marchio anche al centro di una nuova disputa legale.

Chiara Ferragni con la Birkin Bag
Chiara Ferragni con la Birkin Bag

Perché Hermès è al centro della disputa legale

La Maison francese è stata citata in giudizio da due clienti californiani per antitrust e pratiche commerciali sleali. Tina Cavalleri e Mark Glinoga hanno presentato denuncia in un tribunale federale della California settentrionale. I due si sono scagliati proprio contro la politica delle liste d'attesa infinite. Sostengono che Hermès abbia messo in piedi una strategia per sfruttare il potere di mercato delle sue borse Birkin, chiedendo ai consumatori di acquistare prima dei prodotti di valore più basso del brand, per poter poi accedere a quelli di fascia alta, alle creazioni più rare e ambite. Il marchio, insomma, avrebbe costruito una strategia di marketing fondata sull'irraggiungibilità. L'acquisto immediato della Birkin (così come della sorella Kelly) non è possibile per nessuno, ma i tempi di attesa variano a seconda del cliente.

Birkin Bag
Birkin Bag

Pare che quelli più in vista, quelli soliti a fare acquisti molto spesso, abbiano col passare del tempo trattamenti di favore, con una riduzione dei tempi di attesa. I due querelanti nel documento di denuncia depositato alle autorità, hanno specificato di aver speso un'ingente somma di denaro nel tempo, ma di essersi comunque visti negare l'accesso alle Birkin. Il sistema, a detta dei due, sarebbe basato su una sorta di graduatoria di merito, per accedere agli acquisti delle Birkin, concessi solo a coloro che hanno alle spalle un'adeguata cronologia di spese in altri prodotti come scarpe, sciarpe, cinture, gioielli e articoli per la casa. Solo dopo che un consumatore ha stabilito un proprio profilo alto (cioè dopo che hacquistato un numero sufficiente di accessori di fascia inferioire) gli verrà data la possibilità di acquistare una borsa Birkin, sostengono Tina Cavalleri e Mark Glinoga.

Birkin di Hermès
Birkin di Hermès

La pratica che ha portato Cavalleri e Glinoga a schierarsi contro la Maison è proprio questa: dover spendere soldi in più articoli, per potersi garantire le spese successive. Per sostenere la loro tesi, hanno fatto notare anche che agli addetti alle vendite del brand viene pagata una commissione del 3% per accessori generici e dell'1,5% sulle borse Birkin. Le seconde, insomma, verrebbero sfruttate per costringere i consumatori a incrementare gli acquisti dei primi. Questa è una condotta anticoncorrenziale e vincolante per i querelanti, che hanno rivendicato i loro diritti ai sensi dello Sherman Act, del Cartwright, del Codice aziendale e professionale della California, della legge dello stato della California. Per il momento, Hermès e gli avvocati dei querelanti non hanno rilasciato commenti.

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