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Zenden a Fanpage: “Ajax-Roma? Qualcosa di simile a Olanda-Italia del 2000”

Boudewijn Zenden, ex calciatore di PSV Eindhoven, Barcellona, Liverpool e nazionale olandese, parla in esclusiva a Fanpage del match di ritorno dei quarti di finale di Europa League tra Roma e Ajax, nel quale i lancieri cercheranno il riscatto dopo la sconfitta di Amsterdam che mette i giallorossi in una posizione di vantaggio.
A cura di Antonio Moschella
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Attualmente collaboratore tecnico del PSV Eindhoven e commentatore televisivo per un canali belgi e olandesi, Boudewijn Zenden ha avuto una carriera lunga a molto competitiva a livello europeo: PSV, appunto, poi Barcellona, Chelsea, Liverpool e Marsiglia tra le altre. Oltre all'Olanda, naturalmente. In esclusiva a Fanpage.it ha analizzato l'attuale momento dei rivali storici dell'Ajax, impegnati nella partita di ritorno dei quarti di Europa League contro la Roma.

Cosa le è sembrato della rocambolesca vittoria della Roma ad Amsterdam la settimana scorsa?
"Credo sempre che ogni partita abbia due angoli di visione distinti. Il primo è quello dello sviluppo della partita in sé e il secondo è quello del risultato. Nel match d'andata l'Ajax ha giocato molto meglio della Roma, giocando alla sua maniera, ma alla fine è stata la Roma a vincere. Possiamo dire certamente che agli italiani è convenuto giocare in quel modo, badando al sodo, ma il rigore sbagliato da Tadic ha cambiato la partita…".

La sconfitta dell'Ajax le ha ricordato quella della sua Olanda in semifinale dell'Euro 2000 contro l'Italia?
(Ride). "No, assolutamente, anche perché l'Ajax è riuscita comunque a segnare. Però è anche vero che quando sbagli un rigore l'andamento della partita è condizionato. In questo caso all'Ajax è successo qualcosa di simile a quanto accadde a noi nel 2000 nello stesso stadio ad Amsterdam".

In quel caso però l'esito fu molto più tragico. L'Olanda giocò un'ora dei tempi regolamentari e i supplementari in undici contro dieci dopo l'espulsione di Zambrotta, provocata proprio da lei. Cosa sentì quel giorno stando in campo?
"Pensai semplicemente che anche se la partita fosse durata un'ora in più non saremmo mai riusciti a segnare. Il calcio a volte è così. Quel giorno su di noi pendeva una maledizione. Giocavamo in casa e attaccammo a spron battuto continuamente. Era una partita impossibile da perdere, ma alla fine la perdemmo…".

Tornando a Roma-Ajax, sarà complicato per i lancieri ribaltare l'esito dell'eliminatoria.
"Senza dubbio, anche perché la Roma ha un bel vantaggio e potrebbe puntare a conservarlo. Sebbene non pensi che la squadra di Fonseca giochi all'italiana nello stretto senso del termine, data anche la disponibilità di ottimi giocatori offensivi, credo che in questo caso si adatterà alle esigenze del momento e cercherà di approfittare della situazione. Ciò nonostante credo che l'Ajax abbia le qualità necessarie per poter rimontare e passare il turno".

Chi è l'uomo più importante per gli olandesi?
"Klaassen, è attorno a lui che fluisce la manovra della squadra di ten Hag. Starà a lui cambiare la dinamica dell'eliminatoria. Parliamo di un centrocampista completo capace di fare assist e gol, un po' come Tadic".

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Questo Ajax senza centravanti può vincere in Europa?
"All'andata, paradossalmente all'Ajax è andata meglio giocare senza una punta di movimento, con Neres e Antony sulle fasce e Tadic e Klassen liberi di agire sul perimetro. Poi, quando è entrato Brobbey si è puntato a verticalizzare maggiormente ma senza successo. Credo, dunque, che contro la Roma potrebbe essere meglio giocare senza punti di riferimento in attacco. Ma sarà una partita aperta, anche perché la Roma gioca in casa e l'Ajax conosce solo un modo di giocare a calcio".

L'ex team manager dell'Ajax David Endt ha parlato di Gravenbergh come il futuro Seedorf…
"Credo sia presto per fare questo tipo di paragoni. Ma è un classe 2002 che governa il centrocampo dell'Ajax ed è arrivato prestissimo ad alti livelli. Il tempo dirà se potrà essere un crack".

Il suo PSV ora è secondo e l'anno prossimo giocherà l'Europa League. Il corrispondente di Gravenberch nella sua squadra potrebbe essere Ihattaren, anche lui classe 2002?
"Parliamo di un altro super talento, che qualche giorno fa ha segnato un gol strepitoso contro l'Heracles. Starà a noi provare a trattenerlo evitando che vada via per un'offerta da parte di un club più ricco di un altro campionato. In questo il PSV e l'Ajax si assomigliano, possono sempre contare su giocatori di talento provenienti dai loro settori giovanili, ma se non riusciranno a trattenerli con noi qualche anno difficilmente potranno progredire nel medio periodo".

Una partita di Europa League tra Roma e Ajax è un lusso?
"Sicuramente è un potenziale scontro da Champions League. Entrambe le squadre vorranno vincerre la competizione per poter poi giocare la prossima Champions. Sia Roma sia Ajax sono due squadre con qualità e questa eliminatoria sembra più di Champions che di Europa League.

Lei ha dei ricordi piuttosto amari contro le italiane in Europa…
(Ride). "In effetti sì. Ricordo che nel 1999 in Champions andammo al Franchi sapendo che mancava Batistuta per infortunio, ma finì 3-3 con doppiette di Balbo e Rivaldo. Ma il ricordo più triste è quello della finale di Champions del 2007, quando il Milan sconfisse il mio Liverpool. Era una squadra fortissima. Kaká e Inzaghi fecero la differenza ma c'erano anche campioni in difesa come Maldini e Nesta, che già avevo conosciuto in quella serata di Amsterdam. Ma in entrambi i casi furono partite elettrizzanti da giocare in mitici scenari notturni".

In quella notte di Atene c'erano anche Pirlo e Gattuso, che oggi allenano Juventus e Napoli. Avrebbe mai pensato che sarebbero diventati allenatori?
"Questo non te lo posso dire, per un semplice motivo. Sono stati i miei avversari e non miei compagni. E se non ho condiviso lo spogliatoio e le tattiche di gioco con qualcuno, non avrei mai potuto sbilanciarmi sul loro futuro dopo il ritiro".

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