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Zaniolo tende la mano alla famiglia Roma: “Ho avuto paura e mi sono sentito abbandonato”

Il calciatore rompe il silenzio dopo quanto accaduto negli ultimi giorni: dalle minacce subite sotto casa fino alla decisione di lasciare la Capitale per questioni di sicurezza. In una lettera chiarisce motivazioni e situazione personale: “Sono a disposizione”.
A cura di Maurizio De Santis
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Nicolò Zaniolo ha scritto una lettera e l'ha inviata all'Agenzia Ansa. Nel testo tende la mano alla "famiglia Roma".
Nicolò Zaniolo ha scritto una lettera e l'ha inviata all'Agenzia Ansa. Nel testo tende la mano alla "famiglia Roma".

"Dette e scritte cose non vere. Tendo la mia mano e mi metto a completa disposizione della famiglia della Roma". È la frase di Nicolò Zaniolo che stempera così le tensioni e prova a ricucire lo strappo degli ultimi giorni. La sessione invernale di mercato è chiusa, il chiacchiericcio che l'ha accompagnata e ha fatto da sfondo alla vicenda del calciatore è svanito del tutto. È il momento di raffreddare gli animi, di fare la pace che conviene a tutti.

I concetti espressi nella lettera pubblicata dall'Agenzia Ansa aggiungono l'ennesimo capitolo a una questione iniziata con il tormentone sul rinnovo e poi deflagrata con il clima incandescente che ha portato alla rottura consumata con il club.

I fischi dell'Olimpico (nonostante la difesa pubblica di José Mourinho), le voci di addio (era stato lo stesso allenatore portoghese a svelare la sua volontà di andare altrove) legate alla sua reticenza nell'accettare la proposta arrivata dagli inglesi, l'interesse (presunto) del Milan e la trattativa fallita con il Bournemouth, gli striscioni nei pressi di Trigoria e del Colosseo, il pedinamento (le offese pesanti e il tono minatorio) subito fin sotto casa, l'auto-esclusione dai convocati in occasione della gara con lo Spezia sono le ultime istantanee che hanno scandito la narrazione di un rapporto logoro. È successo di tutto, ma adesso è l'ora di metterli da parte.

Lo striscione dei tifosi contro Zaniolo appeso nei pressi del Colosseo.
Lo striscione dei tifosi contro Zaniolo appeso nei pressi del Colosseo.

"Per la prima volta in questi giorni ho avuto paura, per me e per la mia famiglia, e mi sono sentito abbandonato", dice Zaniolo a corredo del senso di smarrimento che ha reso tutto più confuso intorno a sé. Aveva bisogno di ritrovarsi e riflettere, anche per questa ragione s'era diretto a La Spezia abbandonando la Capitale nella notte. Deve averlo fatto profondamente valutando con attenzione tutti gli aspetti, meditando sull'esperienza in giallorosso e di quanto gli abbia fatto da trampolino di lancio, di come non valga la pena sprecare tutto (in particolare alla sua età).

Sono arrivato a Roma da sconosciuto e Roma e i romanisti mi hanno accolto come uno di loro – si legge nel testo del messaggio -. Mi hanno trasmesso fiducia, coraggio e affetto nei momenti terribili e bui degli infortuni. A Tirana, con quel gol, sentivo di aver ricambiato tutto ciò che avevo ricevuto, contribuendo a regalare una gioia indimenticabile a tutti i romanisti

Tempo di pace, il calciatore a inviato segnali di pace al club e all'ambiente giallorosso.
Tempo di pace, il calciatore a inviato segnali di pace al club e all'ambiente giallorosso.

Basterà per evitare di trascorrere i prossimi mesi da separato in casa? La foto del suo armadietto nel centro sportivo, almeno fino a qualche ora fa, raccontava qualcosa di differente, sulla falsariga dell'ipotesi vagliata dalla famiglia d'intentare causa contro la società. Basterà per ricomporre una frattura (anche) con l'ambiente giallorosso? Un passo indietro. La mano è stata tesa. Ascia di guerra sotterrata, si arriverà a fumare il calumet della pace oppure si tratterà di reciproco armistizio? Le prossime settimane diranno molto sull'evoluzione futura della situazione. Il segnale dato con la missiva è chiaro anche al netto di una condizione che, di fatto, lo ha visto spalle al muro.

A 23 anni – prosegue l’attaccante – ho vissuto esperienze che molti miei colleghi non vivono in un’intera carriera: cadere, rialzarsi, cadere di nuovo, rialzarsi ancora, vincere. In questi ultimi mesi ho attraversato un periodo delicato, in cui risultava difficile capire quale sarebbe stato il mio futuro professionale. Mi sono però sempre impegnato sul campo e in allenamento con la massima professionalità.

José Mourinho ha più volte difeso il calciatore chiedendo che non fosse fischiato ma lui stesso ha spiegato quali fossero le difficoltà di gestire un caso del genere.
José Mourinho ha più volte difeso il calciatore chiedendo che non fosse fischiato ma lui stesso ha spiegato quali fossero le difficoltà di gestire un caso del genere.

L'ultimo riferimento è sull'episodio delle minacce ricevute da alcuni sostenitori giallorossi. Non credeva fosse possibile arrivare a tanto. Non credeva di meritare un trattamento del genere. Semplicemente, s'è ritrovato di fronte a qualcosa di molto più grande di lui.

Non mi era mai successo e mi sono spaventato molto. Il futuro è nelle nostre mani: io tendo la mia e mi metto a completa disposizione della famiglia della Roma.

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