Zaniolo in Procura per la rissa con la Roma Primavera: “Reazione inopportuna, ma nessun atto violento”

Nicolò Zaniolo rompe il silenzio sulla vicenda che lo ha coinvolto al termine della semifinale playoff Primavera tra Roma e Fiorentina. Il fantasista italiano è stato convocato in Procura Federale dopo l'apertura formale dell'inchiesta sulla presunta rissa da parte della FIGC e, come da lui stesso reso noto sui social, ha fornito la propria versione dei fatti al procuratore Giuseppe Chinè.
"Nei giorni scorsi sono stato ascoltato in Procura dal Procuratore Federale Giuseppe Chinè, che desidero ringraziare per avermi dato modo di chiarire, spero definitivamente, la mia posizione" si legge infatti nell'incipit del post pubblicato nelle storie sul suo profilo Instagram.

Zaniolo non è entrato nei dettagli dell'interrogatorio ("Non posso ovviamente entrare nel merito delle spiegazioni che ho fornito in merito alla dinamica degli eventi, che ritengo risolutive" prosegue infatti il post) ma ha sottolineato di non aver compiuto atti violenti, pur riconoscendo un comportamento non all'altezza del suo ruolo: "Ribadisco di non aver compiuto atti aggressivi o violenti ai danni di nessuno, ma di essere stato io bersaglio di offese e provocazioni ingiustificate da parte di alcuni tesserati dell'AS Roma; nondimeno, riconosco di non aver reagito nel modo più opportuno rispetto al ruolo e all'esperienza che mi appartengono".

La ricostruzione dei fatti risale a pochi minuti dopo il triplice fischio della sfida vinta dai giallorossi contro la Fiorentina. Zaniolo, secondo quanto emerso, si sarebbe introdotto nello spogliatoio della Roma Primavera in uno stato alterato, provocando verbalmente alcuni giovani del vivaio. Stando al comunicato del club capitolino, il giocatore avrebbe anche urtato fisicamente due calciatori: Mattia Almaviva, colpito senza scambio verbale e con prognosi di 10 giorni, e Marco Litti, spinto violentemente contro una panchina nonostante fosse reduce da un'operazione alla spalla (21 giorni di prognosi).

Accuse gravi, a cui il diretto interessato ha risposto già in precedenza con una prima smentita, per poi tornare sulla questione tramite Instagram: "Purtroppo, sono stato provocato verbalmente da un ragazzo e, sbagliando, ho perso la calma. È un errore che mi pesa, soprattutto perché so di dover essere un esempio per i più giovani. Ci tengo però a precisare che i fatti sono ben lontani da quanto ricostruito e che da parte mia, oltre ad una discussione verbale, non c'è stato alcun comportamento fisicamente aggressivo" aveva infatti detto all'indomani dell'uscita della notizia.

Oggi, dopo l'audizione con il Procuratore FIGC Chinè, anche i rapporti con il suo ex club sembrano poter tornare ad essere cordiali, come ribadito dallo stesso Zaniolo con il messaggio di distensione verso la società giallorossa con cui conclude il suo post: "Desidero comunque ribadire, ancora una volta, l'affetto e la gratitudine che mi legherà sempre con l'AS Roma e con chiunque ne indossi la maglia, indipendentemente da uno screzio che personalmente ritengo superato". Mentre la Procura continua il lavoro per chiarire quanto accaduto, Zaniolo dunque prova a chiudere definitivamente un capitolo che rischiava di compromettere la sua immagine, non solo sportiva ma anche pubblica.