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Vincenzo Grifo, eroe per una sera con la Nazionale italiana: due gol e migliore in campo

Nato in Germania, Vincenzo Grifo ha sempre giocato – e gioca – in terra tedesca. Ma non ha mai messo in dubbio la convocazione con la nazionale azzurra, con cui ha segnato la sua prima doppietta contro l’Estonia. In panchina c’era Alberico Evani (con Mancini fermato dal Covid) che lo aveva già convocato la prima volta nell’Under20.
A cura di Alessio Pediglieri
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E' stata una serata importante per l'Italia e per Vincenzo Grifo. L'amichevole vinta con l'Estonia è servita a smuovere in positivo il ranking internazionale, con il successo rotondo (4-0), a vedere una serie quasi infinita di debuttanti con la maglia azzurra e a festeggiare la prima doppietta di Vincenzo Grifo, che si è preso anche il titolo di migliore in campo. Due gol, il secondo su rigore il primo grazie ad una prodezza tecnica di primissima qualità. Per lui non era il debutto in azzurro, anche se la serata lo ha consacrato con le due reti siglate.

In panchina, Grifo ha ritrovato anche un ‘vecchio' amico', Alberico ‘Bubu' Evani che – con i lct Roberto Mancini fermato dal Covid – ha vestito i panni di primo allenatore. Lo stesso ruolo che l'ex milanista ricopriva  quando Grifo aveva 20 anni e faceva panchina nell'Hoffenheim di Gisdol. Perché in quell'occasione lo chiamò l'Under 20, allenata proprio da Alberico Evani, ora assistente di Roberto Mancini. Corsi e ricorsi che legano a doppio filo questo giovane attaccante italiano ma che vive e gioca da sempre in Germania.

La storia di Grifo, infatti è particolare. E' nato calcisticamente in terra tedesca, ha vestito la maglia di diverse squadre, dalle serie minori alla Bundesliga, toccando il cielo con un dito anche per arrivare in Champions League. Ma la Germania non è mai stata la sua vera patria, se non calcistica. A ricordarlo è stato lui stesso nella serata dei due gol all'Estonia: "Potevo scegliere tra Germania e Italia, ma al 100 per cento il cuore batte per l'Italia anche se gioco in Germania. Lo sanno tutti, il mio orgoglio è italiano e ringrazio tutti per la fiducia di poter essere qui. uno ci crede sempre e deve dare tutto, non guardo gli altri: sono felice di essere qui e do sempre il massimo come chiede il mister. Siamo una squadra unita, con giocatori di grande qualità e io che gioco a Friburgo posso sempre imparare ancora moltissimo."

Pforzheim – la sua città natale – poi Karlsruher, quindi Hoffenheim. Successivamente il suo tour in terra tedesca si amplia ancora: Dynamo Dresda, Francoforte, Friburgo. Poi Borussia Mönchengladbach, di nuovo all'Hoffenheim e infine a Friburgo. Tutti in Germania cercano Grifo, tranne la nazionale. Quella resta italiana.

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