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Spalletti poteva lasciare Napoli per un’altra squadra: De Laurentiis l’ha bloccato con una mossa

È stata una precisa decisione del club a portare all’inevitabile separazione. Ora il Napoli sceglierà una nuova guida tecnica, Spalletti si prenderà un anno di pausa.
A cura di Alessio Pediglieri
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Oramai è chiaro come i destini di Luciano Spalletti e il Napoli campione d'Italia si dividano dopo l'ultimo fischio finale di questa particolare stagione che ha visto il ritorno al tricolore della società di Aurelio De Laurentiis, subito alla ricerca di un sostituto tecnico. A pesare nell'immediato sulla conclusione del rapporto tra le parti è stata soprattutto una mossa da parte del presidente che ha anticipato i tempi e messo l'allenatore toscano davanti a fatti compiuti.

Spalletti sperava in un faccia a faccia diretto, per parlare di tutto e poter continuare il cammino insieme nel rispetto reciproco. Al di là degli emolumenti da rivedere dopo i successi, della durata del contratto di altri 12 mesi o più, del prossimo mercato estivo tra conferme, acquisti e cessioni. Sperava in un semplice sviluppo del rapporto attraverso la condivisione. E invece, subito dopo l'eliminazione dalla Champions League, nel momento in cui il Napoli aveva vinto il suo terzo scudetto, si è sentito messo da parte dalla società e ha maturato l'ultima decisione.

Luciano Spalletti in panchina in Bologna-Napoli, penultima di campionato
Luciano Spalletti in panchina in Bologna-Napoli, penultima di campionato

Tanti piccoli sassolini lungo il percorso che hanno costellato l'ultima parte del cammino e che hanno spinto il tecnico a meditare un sereno e pacifico addio. L'ultimo granello, il più fastidioso di tutti è arrivato via mail, con la famosa PEC giunta dal Napoli a firma De Laurentiis: Spalletti messo in copia nella comunicazione alla Lega in cui il club esercitava l'opzione, concordata a suo tempo, di prolungare il contratto di un altro anno. Una scelta legittima da parte di De Laurentiis – che ha rispettato le scadenze di legge del 31 maggio – ma Spalletti si aspettava qualcosa che andasse oltre la mera formalità: una telefonata, se non un colloquio precedente.

Invece, nessuna consultazione o preavviso, pur sapendo perfettamente che il Napoli non era tenuto a farlo e ha agito nel rispetto delle proprie possibilità. Ma è proprio questo l'elemento che non è stato gradito dal tecnico: il rapporto formale quando si poteva costruirne – e lui credeva di stare costruendo – uno più profondo, al di là di regole e carte scritte. Con la PEC, De Laurentiis non solo ha fatto valere l'opzione nel contratto ma è sembrato voler ribadire l'autorità del club, ha di fatto impedendo in anticipo che il tecnico iniziasse eventualmente anche a guardarsi intorno.

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Non che Spalletti avesse altre squadre in lista d'attesa o avesse contattato nuovi club: come ha sempre dichiarato in conferenza, nei pre e nei post gara, è rimasto serenamente concentrato sul presente, sul rispetto per la tifoseria, sul risultato ottenuto dai giocatori, sul regalare a Napoli lo scudetto. Il resto sarebbe venuto da sé, dopo, in modo naturale per proseguire sugli stessi binari. Non fosse stato per quella mossa d'anticipo di De Laurentiis che ha spinto – altrettanto serenamente – Spalletti a considerare la scelta di un anno "sabbatico" e al Napoli adesso di cercare nuove soluzioni tecniche.

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