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Sono due le squadre che rischiano la retrocessione per le plusvalenze: scenario orribile per Buffon

La Procura della FIGC ha contestato il comma 2 dell’articolo 31 del Codice di Giustizia Sportivo a due degli 11 club deferiti: rischiano la retrocessione se giudicati colpevoli di aver usato le plusvalenze ‘gonfiate’ per rientrare nei parametri necessari per iscriversi al campionato.
A cura di Paolo Fiorenza
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Lo scorso 1 aprile la Procura Federale ha notificato 11 deferimenti ad altrettanti club calcistici nell'ambito dell'inchiesta sportiva sulle plusvalenze ‘gonfiate', indagine che negli ultimi mesi ha viaggiato di pari passo a quella penale portata avanti dalla Procura di Torino che vede indagati i vertici della Juventus con l'accusa di falso in bilancio. Le 11 società deferite per aver artatamente ‘sistemato' i propri bilanci segnando dei ‘più' artificiosi sono cinque di Serie A (Juventus, Napoli, Sampdoria, Genoa ed Empoli), due di Serie B (Parma e Pisa), tre di Serie C (Pro Vercelli, Novara e Pescara) e il Chievo Verona.

La nota ufficiale della FIGC che annuncia il processo sportivo degli 11 club davanti al Tribunale Nazionale federale cita esplicitamente l'articolo 31 del Codice di Giustizia Sportivo, contestato sia nel suo dettato al comma 1 che al comma 2. La distinzione tra i due capi di accusa è fondamentale, visto che nel primo caso la sanzione è un'ammenda con diffida, mentre nel secondo le pene sono pesantissime, dalla penalizzazione alla retrocessione. Le società sono state deferite "a titolo di responsabilità propria, ai sensi dell'art. 31 comma 1 del Codice di Giustizia Sportiva, per avere contabilizzato nelle Relazioni finanziarie plusvalenze e diritti alle prestazioni dei calciatori per valori eccedenti quelli consentiti dai principi contabili in misura tale da incidere significativamente, per alcune delle predette Società, sui requisiti federali per il rilascio della Licenza Nazionale, violando in tal modo anche l'art. 31 comma 2 del Codice di Giustizia Sportiva".

Dunque il discrimine in base al quale ad alcuni club è stato contestato il comma 2 – con i gravi rischi conseguenti in caso di accertata colpevolezza – è che l'alterazione dei bilanci mediante le plusvalenze sia stata messa in atto per ottenere "l'iscrizione a una competizione cui la società non avrebbe potuto essere ammessa sulla base delle disposizioni vigenti". Ma quali degli 11 club deferiti rischiano la semplice ammenda (comma 1, semplice illecito amministrativo) e quali invece le sanzioni più afflittive (comma 2)? Le società che rischiano la pena minima della penalizzazione, fino ad arrivare alla retrocessione e all'esclusione dal campionato di competenza, sono due: si tratta di quelle che militano in Serie B, il Parma e il Pisa, come svela la Gazzetta dello Sport.

Il Pisa è attualmente terzo in Serie B
Il Pisa è attualmente terzo in Serie B

Questi due club dunque, qualora fossero condannati nel processo sportivo, sarebbero "puniti con una delle sanzioni previste dall'art. 8, comma 1, lettere g), h), i), l)". Risalendo all'articolo in questione, ecco dunque le possibili pene per Parma e Pisa, se giudicate colpevoli di aver usato le plusvalenze fittizie per rientrare nei parametri necessari per iscriversi al campionato: "g) penalizzazione di uno o più punti in classifica; se la penalizzazione sul punteggio è inefficace in termini di afflittività nella stagione sportiva in corso è fatta scontare, in tutto o in parte, nella stagione sportiva seguente; h) retrocessione all'ultimo posto in classifica del campionato di competenza o di qualsiasi altra competizione agonistica obbligatoria; la retrocessione all’ultimo posto comporta comunque il passaggio alla categoria inferiore; i) esclusione dal campionato di competenza o da qualsiasi altra competizione agonistica obbligatoria, con assegnazione da parte del Consiglio federale ad uno dei campionati di categoria inferiore; l) non assegnazione o revoca dell'assegnazione del titolo di campione d'Italia o di vincente del campionato, del girone di competenza o di competizione ufficiale".

Una scure che pende pesantemente sulle sorti del Parma di Buffon, partito ad inizio stagione con ambizioni di promozione più volte indicate dal portiere campione del mondo come motivazione fortissima per il suo approdo in gialloblù, ma anche sul Pisa attualmente terzo in classifica a soli due punti dalla Cremonese capolista e in piena corsa per la promozione diretta in Serie A. È chiaro che una penalizzazione avrebbe effetti catastrofici e vanificherebbe la grande stagione dei toscani, laddove invece il Parma in caso di penalizzazione dovrebbe guardarsi alle spalle potendo comunque contare su un robusto cuscinetto sulla zona retrocessione. Diverso il caso degli altri 9 club, inclusi Juventus e Napoli, che – se giudicati colpevoli per i vari affari Rovella, Audero e Osimhen tra gli altri – rischiano al massimo un'ammenda con diffida.

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