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Riecco il falconiere della Lazio, di nuovo in campo dopo i saluti fascisti e la sospensione

Il falconiere sospeso lo scorso ottobre è tornato all’Olimpico in occasione di Lazio-Udinese. Era stato allontanato dopo un saluto fascista sotto la Curva.
A cura di Alessio Pediglieri
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L'aquila Olympia vola nel cielo dell'Olimpico prima di Lazio-Udinese, sotto gli occhi di Juan Bernabè
L'aquila Olympia vola nel cielo dell'Olimpico prima di Lazio-Udinese, sotto gli occhi di Juan Bernabè

"Vola un'aquila nel cielo, Più in alto sempre volerà" canta l'inno ufficiale della Lazio che viene suonato all'Olimpico sempre prima del calcio di inizio delle gare interne dei capitolini. E contro l'Udinese, nell'ultimo pirotecnico incontro conclusosi 4-4, a farla volare in alto nel cielo di Roma è ritornato Juan Bernabè, il falconiere "ufficiale" che ha in incarico di guidare l'aquila Olympia sul prato verde dello Stadio. Dopo oltre un mese di assenza forzata dopo quanto era avvenuto lo scorso ottobre.

Un ritorno che non è passato inosservato e che ha rivisto Bernabè riprendere il proprio posto con la Lazio che lo aveva sospeso ma non aveva provveduto ad alcuna altra decisione radicale, senza licenziarlo o chiudere i rapporti con la società "Eagle & Victory Srl" con cui il club di Lotito ha un accordo regolare dal lontano 2010.

Juan Bernabè è il coordinatore dei falconieri addetti alle cure di Olympia, una autentica star, messa sotto ‘contratto' da Lotito in persona. Ma il nome di Bernabè era stato coinvolto negli scorsi mesi per altre vicende, ben meno esemplari, che lo hanno visto protagonista in negativo. Era accaduto tutto nel momento in cui sui social era stato mostrato un breve filmato con Bernabè e Olympia sotto la Curva dei tifosi laziali: cori fascisti e saluto romano annessi, che avevano innescato il detonatore della polemica, che esplose in tutto il suo fragore.

Giorni di critiche, con la decisione finale da parte della Lazio di sospendere Bernabè che poi si scusò, adducendo di non aver mai saputo che il gesto compiuto, in Italia, costituisse reato. "Sono di destra" disse il falconiere spagnolo "come tanti giocatori, ma non sono un fascista", spiegando come il suo saluto – e l0intento – fosse di natura militare, senza inneggiare ad altro. Ma a nulla valse davanti alla presa di posizione della Lazio che lo allontanò. Fino a giovedì sera.

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