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Il falconiere della Lazio si difende: “Sono di destra come tanti calciatori, ma non fascista”

Juan Bernabé, lo storico addestratore dell’aquila Olympia durante le partite casalinghe della Lazio, ha parlato per la prima volta dell’episodio che lo ritrae mentre inneggia al Duce facendo il saluto romano: “Io sono assolutamente di destra, seguace del partito Vox in Spagna, ma le mie idee non sono fasciste”. Le immagini però sono inequivocabili ed è impossibile non notare il suo riferimento a Mussolini. La società biancoceleste lo ha sollevato dall’incarico e difficilmente le sue giustificazioni potranno cambiare la decisione presa dal club di Lotito.
A cura di Andrea Lucia
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Quando il rimedio, forse, è peggio del danno. Juan Bernabé, lo storico addestratore dell'aquila Olympia durante le partite casalinghe della Lazio, è intervenuto per la prima volta dopo che la società biancoceleste lo ha sospeso per il video che lo ritrae mentre inneggia al Duce facendo il saluto romano. Il diretto interessato si giustifica all'Adnkronos dicendo che il suo non voleva essere un gesto di matrice fascista ma che semplicemente richiamava l'idea di un saluto militare: "In Spagna il gesto fascista si fa con il braccio teso in una linea retta, in Italia a quanto pare è anche così. Il mio è stato un saluto militare, mai fascista".

Il 53enne spagnolo non nasconde però il suo orientamento politico: "Io sono una persona assolutamente di destra, sono un seguace del partito Vox in Spagna come lo sono tanti miei amici calciatori. Ma non ho idee fasciste, non è proprio nella mia mentalità. Sono un uomo che ha girato il mondo e che ha rapporti con persone di tutte le razze. Non potrei mai esserlo". Eppure le immagini circolate sul web sono inequivocabili: al termine della partita tra Lazio e Inter si vede Bernabé accompagnato dall'aquila Olympia recarsi sotto la Tribuna Tevere, occupata dai tifosi di casa e il falconiere, dopo aver fatto a più riprese il saluto romano, partecipa ai cori fascisti dei presenti che cantano a gran voce "Duce, duce".

"Sono dispiaciuto per quello che è successo. È stato un gesto dettato dall’impulso e dall'euforia per i festeggiamenti della vittoria. Credo che queste cose facciano parte della vita, ci sono momenti brutti e belli. E questo per me è un momento brutto", ha concluso Bernabé. Immediata era stata la reazione della società del presidente Lotito, che in una nota ufficiale aveva preso le distanze dall'accaduto sottolineando che Juan Bernabè, dipendente di una società esterna a quella capitolina, sarebbe stato sospeso immediatamente dall'incarico con risoluzione dei contratti in essere. Le sue dichiarazioni difficilmente porteranno ad una soluzione diversa.

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