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Prima notte in carcere per Fabrizio Miccoli: “È un uomo distrutto, lui ha sempre fatto del bene”

Consegnatosi ieri nel carcere di Rovigo, Fabrizio Miccoli ha cominciato a scontare la condanna a 3 anni e 6 mesi per estorsione aggravata dal metodo mafioso.
A cura di Paolo Fiorenza
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Ieri le porte del carcere di Rovigo si sono chiuse alle spalle di Fabrizio Miccoli, che dovrà restare in prigione per i prossimi 3 anni e 6 mesi, in conseguenza della sentenza definitiva di condanna – dopo il terzo grado in Cassazione – per estorsione aggravata dal metodo mafioso. Proprio il tipo di aggravante del reato impedisce che la pena detentiva venga commutata in misure alternative alla reclusione in carcere. Il 42enne ex attaccante della Nazionale dovrà dunque rassegnarsi a passare parecchio tempo dietro le sbarre, essendo stato ritenuto colpevole di aver chiesto a Mauro Lauricella – figlio di Antonino, boss mafioso del quartiere Kalsa di Palermo – di intervenire presso l'imprenditore Andrea Graffagnini allo scopo di fargli restituire alcune migliaia di euro ad un ex fisioterapista del Palermo che per questo si era rivolto a Miccoli.

Quale sia lo stato d'animo di Miccoli è intuibile e lo rendono bene le parole del suo avvocato, Antonio Savoia: "È un uomo distrutto. Ha scelto lui il Veneto. Ne abbiamo parlato e ha preferito un posto dove nessuno lo conosce – spiega alla Gazzetta dello Sport – Ha bisogno di stare lontano da tutto e da tutti, anche da Lecce, la sua città. Non dalla famiglia, che andrà a trovarlo tutte le volte che sarà possibile. Fabrizio è mortificato, disorientato, deluso. Rispetta la sentenza, ma non la condivide, non si sente responsabile dei fatti per cui è stato condannato. Lui ha sempre fatto del bene, anche a Palermo. Me lo ha ripetuto mentre eravamo in Cassazione: ama quella città, l’ha aiutata anche pochi mesi fa con una donazione importante per affrontare l’emergenza Covid".

Il legale dell'ex attaccante di Juventus, Fiorentina e Benfica – oltre che del club rosanero e del suo Lecce – torna poi sull'orribile frase pronunciata da Miccoli sul giudice Falcone, registrata in un'intercettazione: "Mentre aspettavamo la sentenza mi ripeteva di aver chiesto scusa mille volte e in tutte le lingue per quella frase. Il 23 maggio 2012, al Barbera aveva anche organizzato una partita con i Magistrati per ricordare Falcone, dove giocò anche Totti. Non è bastato. Ma quella frase alla fine non c’entra niente. L’accusa è di istigazione a recuperare un credito, ma Fabrizio ha solo tentato di aiutare un amico. E, quando ha capito che la cosa prendeva una brutta piega, ha mandato tre sms a Lauricella dicendogli di lasciar perdere, che la questione non gli interessava. Messaggi che sono a sentenza, ma che non sono stati valutati. Per noi la sentenza è ingiusta".

Quanto alle prossime mosse per cercare di cambiare un futuro che sembra scritto, l'avvocato di Miccoli non si sbilancia: "L’affidamento in prova ai servizi sociali? Valuteremo, potremmo farlo già domani, ma non sono scelte che si fanno di pancia. C’è anche il rischio che Miccoli venga trasferito da Rovigo? C’è, ma io mi auguro che Fabrizio venga scarcerato quanto prima".

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