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Perché i tifosi del Liverpool fischiano l’inno inglese: preoccupazione per l’incoronazione di Carlo

La Premier League ha consigliato ai club di suonare l’inno nazionale prima delle partite per l’incoronazione di Re Carlo III, ma a Liverpool è già partita la protesta dei tifosi.
A cura di Ada Cotugno
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Calcio e politica si intrecciano ancora una volta in Inghilterra, scatenando nuove polemiche attorno ai tifosi del Liverpool. Per il prossimo weekend la Premier League ha chiesto a tutti i club di cominciare le partite suonando l'inno nazionale per omaggiare l'incoronazione di Re Carlo III, un invito che ad Anfield non sarà accolto con molto piacere.

Il Liverpool giocherà in casa contro il Brentford sabato 6 aprile alle ore 18:30 e i tifosi Reds sono già pronti a fischiare l'inno come già successo in tutte le precedenti occasioni. I dirigenti del club sono chiamati a prendere una decisione molto delicata, ma perché? Le motivazioni hanno radici molto lontane e, come spesso accade, che non hanno niente a che fare con il mondo dello sport.

I timori della stampa inglese sul comportamento dei supporters del Merseyside si rivelano fondati: in ogni partita cominciata con l'inno nazionale inglese sono non sono mancati fischi e proteste da parte dei tifosi, schierati fortemente contro il governo. È successo in occasione delle due finali di coppa giocate nella scorsa stagione e anche nella prima giornata di campionato dopo la morte della Regina, anche se in quel caso a fischiare sono stati soltanto pochi dei presenti allo stadio.

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Il malcontento dei tifosi del Liverpool contro l'establishment è partito negli anni '80 a causa di alcune scelte che, a detta di molti cittadini, hanno portato a un lento declino della città che ancora oggi ospita diversi banchi alimentari per aiutare le tante persone in difficoltà. Inoltre anche la gestione del governo in seguito al disastro di Hillsborough non ha fatto altro che alimentare lo scontento degli abitanti.

Per questo motivo l'inno nazionale è accolto sempre con molta rabbia dai tifosi e anche da alcuni giocatori nativi del Merseyside, come Trent Alexander-Arnold che in diverse occasioni non lo ha cantato quando ha indossato la maglia della nazionale.

E l'invito della Premier League per la prossima partita di Anfield diventa già motivo di dibattito: ora starà alla dirigenza scegliere come comportarsi, se adeguarsi alle direttive della federazione e scatenare (con molte probabilità) le proteste dei tifosi oppure saltare la parte dell'inno alimentando il dibattito nazionale già ampiamente acceso.

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