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Neymar paga 160 mila euro per il pallone della finale di Coppa d’Africa. Ma il fine è onorevole

Non è un pallone da calcio come gli altri. Le firme di tutti i giocatori del Senegal rendono unico quel pezzo da collezione che ha segnato un momento storico per i “Leoni di Teranga”. La somma versata dal brasiliano andrà in beneficenza.
A cura di Maurizio De Santis
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Neymar porta con sé il pallone della finale di Coppa d'Africa acquistato all'asta per un fine benefico.
Neymar porta con sé il pallone della finale di Coppa d'Africa acquistato all'asta per un fine benefico.

Neymar ha voluto per sé il pallone della Coppa d'Africa. La sfera calciata da Mané che ha assegnato il trofeo al Senegal adesso è di proprietà della stella brasiliana del Paris Saint-Germain. Non è stato un capriccio né si è trattato di uno sfizio folle che il campione sudamericano s'è voluto concedere. Dietro quel gesto, dietro la somma di 160 mila euro versata per battere la concorrenza a un'asta, c'è un fine onorevole.

O Ney ha partecipato a un evento di beneficenza organizzato dal compagno di squadra, Idrissa Gueye. Il centrocampista è stato tra i promotori della manifestazione per raccogliere fondi da destinare alla ricerca e alla cure di malattie molto gravi. Soldi che serviranno a dare una speranza, fornire in contributo per la salute dei bimbi del continente africano. È stato l'asso verde-oro ad aggiudicarsi uno dei cimeli più ambiti, tra cui anche le maglie autografate di Marco Verratti, Keylor Navas, Karim Benzema.

Non è una palla da calcio come le altre. Le firme di tutti i giocatori del Senegal rendono unico quel pezzo da collezione che ha segnato un momento storico per i "Leoni di Teranga", per la prima volta in trionfo nel torneo continentale dopo l'estenuante finale contro l'Egitto. Due i momenti emblematici di quel match: l'errore di Salah; il penalty battuto con freddezza dal compagno di squadra nel Liverpool, Mané, che poi va a consolare l'egiziano distrutto dal dolore e schiacciato dal peso della responsabilità.

Spesso criticato per il suo rendimento incostante, al di sotto delle attese e delle cifre che guadagna a Parigi, Neymar eccelle invece per il cuore d'oro che mostra dietro le quinte, per le opere di solidarietà che lo vedono protagonista ma lontano dai riflettori. Fa tutto in silenzio, almeno fino a quando la più classica "soffiata" non rivela i dettagli delle sue azioni.

Due anni fa, in piena pandemia da Covid, con il Brasile letteralmente devastato dalle conseguenze dei contagi sia sotto il profilo sanitario sia economico, l'ex Barça versò una cifra consistente per sostenere enti di beneficenza. Fu il suo modo di partecipare alla rete di protezione sociale che provò ad arginare gli effetti dell'emergenza. Non è stata l'unica iniziativa, in pochi sanno che a San Paolo c'è un ente di beneficenza (l'Instituto Projeto Neymar Jr) che si occupa di dare un futuro ai ragazzini che vivono in condizioni disagiate.

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