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Mancini, Vialli e la rivincita di cui nessuno parla: gli Europei dell’88 e quella sostituzione

In questi giorni molto si è detto su una possibile rivincita della coppia Mancini-Vialli qualora l’Italia dovesse trionfare a Wembley nella finale degli Europei, a distanza di 29 anni dalla finale di Coppa dei Campioni persa dalla loro Sampdoria in quello stesso stadio. Ma c’è un filo che si annoda ad un passato ancora più lontano e che vede protagonisti sempre la stessa coppia…
A cura di Paolo Fiorenza
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L'abbraccio tra Roberto Mancini e Gianluca Vialli in occasione dei due gol segnati dall'Italia nei tempi supplementari contro l'Austria è stata l'immagine copertina della vittoria degli azzurri negli ottavi di finale degli Europei. Una scena identica sia quando ha segnato Chiesa sia poi Pessina: si vede Vialli uscire dall'area destinata allo staff dell'Italia per correre ad abbracciare Mancini con un'espressione di gioia pura che ha allargato il cuore di tutti quelli che in quel momento erano davanti alla TV.

La bellezza di un'Italia che il CT azzurro ha riportato a livelli di eccellenza si è riverberata in quel momento nella bellezza dell'amicizia e dell'amore per la vita. Vedere Vialli scattare come una molla dopo la dura battaglia combattuta nei mesi scorsi è qualcosa che fa bene all'anima: il suo ruolo di capo delegazione della Nazionale chiude più di un cerchio col proprio passato. Molto si è detto in questi giorni sull'anima ‘sampdoriana' di questa Italia, nel cui staff sono presenti – oltre ai gemelli del gol Mancini e Vialli – anche i vari Lombardo, Salsano, Evani e Nuciari.

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La narrazione che ha preceduto il match di Wembley contro l'Austria ha spinto proprio su una possibile rivincita in chiave blucerchiata, a distanza di 29 anni dalla finale di Coppa dei Campioni persa dalla Sampdoria col Barcellona in quello stesso stadio per il gol di Ronald Koeman ai supplementari. Un filo del racconto diventato adesso ancora più potente, visto che a Wembley si giocherà anche la finale di questi Europei itineranti, ed in quel caso la rivincita per chi quel giorno del 1992 vestiva la maglia doriana sarà completa. Lo stesso Mancini a precisa domanda nel dopo partita non si è tirato indietro nel raccogliere il ‘gancio' dei ricordi: "Qualcosa di importante da riprenderci con Vialli qui a Wembley? Ne mancano tre di partite per riprendere qualcosa d'importante…".

Ma la chiave narrativa a colori blucerchiati non è l'unica possibile con protagonisti Vialli e Mancini, anzi ce n'è un'altra forse ancora più attinente con quanto sta succedendo in questi giorni. Un ricordo più sbiadito, di cui nessuno parla, ma che disegnerebbe – in caso di successo finale in questi Europei – una rivincita ancora più compiuta, perché portata a compimento con gli stessi colori azzurri e nella stessa manifestazione. Bisogna andare indietro di altri tre anni rispetto a quel 20 maggio 1992, per arrivare al 22 giugno 1988: siamo al Neckarstadion di Stoccarda e si gioca Italia-URSS, semifinale dei campionati Europei.

È la bellissima Italia di Azeglio Vicini, che poi avrebbe completato il suo percorso nelle notti magiche ed infine sfortunate dei Mondiali di Italia '90. Quel giorno la coppia d'attacco titolare era formata da due 24enni nel pieno della loro ascesa: Mancini e Vialli. Ma il tandem durò solo un tempo: Vicini nell'intervallo sostituì un abulico Mancini con un Altobelli a fine carriera, prima che i sovietici ci facessero fuori con le reti di Litovchenko e Protasov. Poi la squadra del colonnello Lobanovskiy avrebbe perso la finale contro la straordinaria Olanda di Gullit e Van Basten.

Insomma, qualora il prossimo 11 luglio l'Italia dovesse trionfare nella finale degli Europei a Wembley, per Mancini e Vialli la rivincita sarebbe doppia…

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