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Mancini sulla rissa Ibra-Lukaku: “Sono cose di campo, squalifica più lunga ingiusta”

La Procura Federale ha aperto un’inchiesta sulla rissa tra Ibrahimovic e Lukaku nel derby di Coppa Italia. Lo svedese e il belga rischiano una sanzione più severa, il commissario tecnico della Nazionale, Mancini, non è d’accordo: “Sono cose che sono sempre capitate in campo e continueranno a capitare. L’arbitro era lì, ha visto tutto e ha deciso per il cartellino giallo”.
A cura di Maurizio De Santis
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La rissa tra Ibrahimovic e Lukaku nel derby di Coppa Italia fa ancora discutere. Il Giudice Sportivo ha già squalificato (1 turno) i due attaccanti per i provvedimenti presi dall'arbitro Valeri (e Chiffi subentrato per infortunio del primo ufficiale di gara) durante Inter-Milan ma alla Procura Federale non basta. C'è un inchiesta aperta, sul tavolo di Giuseppe Chiné c'è il fascicolo di quell'episodio che – complice anche l'assenza di pubblico allo stadio – è arrivato nelle case degli italiani attraverso la diretta TV. Non c'è stato bisogno di interpretare il labiale, sebbene lo svedese e il belga sia siano affrontati (e insultati) esprimendosi in inglese.

Cosa si sono detti è divenuto di dominio pubblico per la gravità delle parole pronunciate. Ecco perché adesso, per la rabbia tracimata in quelle frasi, adesso rischiano addirittura una maxi squalifica per espressioni razziste in base all'articolo 28 del Codice di Giustizia Sportiva. Se la Procura, che sta raccogliendo ulteriore materiale probatorio (verrà ascoltato anche il direttore di gara), dovesse ritenere che ci sono gli estremi per procedere oltre le prime sanzioni ricevute il verdetto potrebbe essere durissimo: dieci giornate di squalifica oppure, nei casi più gravi, anche con uno stop a tempo determinato. Molto dipenderà dal peso e dall'interpretazione che verranno dati a quelle frasi non inserite nel referto di Valeri.

Sull'argomento della rissa tra Ibra e Lukaku è intervenuto anche il commissario tecnico della Nazionale, Roberto Mancini. Durante la trasmissione Tiki Taka, in onda su Mediaset, ha provato a smorzare i toni della vicenda riconducendola in quella che in gergo viene definita una ‘questione di campo' e nulla più nonostante i toni esasperati dall'agonismo.

Sono cose che sono sempre capitate in campo e continueranno a capitare – ha ammesso il ct azzurro -. L’arbitro li ha ammoniti, forse li poteva espellere ma credo che la cosa finisca lì. Se n'è parlato anche troppo, non è il caso di continuare e non ritengo sia giusta anche l'ipotesi di una lunga squalifica. L’arbitro era lì, ha visto tutto e ha deciso per il cartellino giallo. Non so di preciso cosa si sono detti ma credo che, se avesse sentito qualcosa di particolare, sarebbe intervenuto diversamente.

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