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Lo Shakhtar scappa da Kiev ma si dimentica Moreno: “Sono salito in camera e dopo non c’erano più”

Il calciatore brasiliano Moreno racconta la vicenda sconcertante che lo ha visto essere ‘dimenticato’ in albergo dai suoi connazionali in fuga da Kiev.
A cura di Paolo Fiorenza
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Nel fuggi fuggi generale dall'Ucraina sotto attacco russo succede anche che ci si possa dimenticare qualcuno nell'albergo che fino ad un attimo prima ospitava un nutrito gruppo di calciatori. La surreale e drammatica vicenda è stata raccontata dal suo sfortunato protagonista, il 30enne giocatore di futsal Jonatan Bruno Santiago, meglio noto come Moreno.

Il calciatore brasiliano, che milita in un club di Kiev, si trovava nello stesso hotel della capitale dove erano asserragliati i suoi connazionali che giocano nello Shakhtar: il loro video per chiedere aiuto aveva avuto ampia risonanza nelle ore successive allo scoppio della guerra e grande è stato il sollievo nell'apprendere che l'intero gruppo era riuscito a lasciare Kiev nella giornata di sabato, salendo su un treno diretto verso occidente. Su quel treno c'erano tutti, tranne Moreno ed un altro paio di persone.

Il giocatore di futsal ha detto di essersi unito agli altri giocatori brasiliani venerdì per lasciare il Paese insieme a loro, ma è stato dimenticato: "Eravamo io, un giocatore e un altro brasiliano. È rimasto solo il loro staff tecnico, che sono tutti italiani (De Zerbi e il suo staff, ndr). Tutti se ne sono andati. Siamo stati insieme tutto il tempo, si sono semplicemente dimenticati di noi e se ne sono andati", ha raccontato a Globo.

Moreno vive a Kiev da sei mesi e ha documentato sui social gli attacchi dell'esercito russo, mostrando la scarsità di cibo e la paura vissuta da chi si trova nella capitale. Il suo racconto di cosa gli è accaduto è sconcertante: "Oggi abbiamo pranzato alle 13:30 e poi siamo saliti in camera per farci una doccia. E quando siamo scesi, alle 16:30, semplicemente non c'era nessun altro". Il giocatore dello Skyup Kiev ha detto di aver persino mandato un messaggio a uno del gruppo che è partito verso la Moldova, quando si è reso conto di essere stato lasciato indietro: "Lui ha risposto: ‘ehi, non sei qui?'. La mia valigia era al piano di sotto, ieri abbiamo passato l'intera giornata con loro e nessuno ha pensato di chiamarci?".

Nonostante ciò, Moreno ha augurato buona fortuna al gruppo di circa 40 persone, compresi i bambini, e ha riferito della tensione sempre più opprimente: "Oggi è il giorno definitivo della guerra qui, siamo abbastanza spaventati. Spero che presto anche noi usciamo da questa follia".

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