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L’intrigo si fa serio tra InvestCorp e Milan: mancano garanzie su 800 milioni e RedBird piace di più

Dopo giorni di intensa trattativa è calato il gelo: il Gruppo Elliott non ha gradito il piano finanziario per l’acquisto del club e ha preso tempo. Attesa per l’eventuale scudetto e occhi sull’alternativa RedBird con uno scopo ben preciso.
A cura di Alessio Pediglieri
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Il gruppo guidato da Mohammed Al Ardhi, InvestCorp, starebbe rivalutando l'idea di acquistare il Milan. Un fulmine a ciel sereno che si è abbattuto direttamente sulla sede rossonera di Via Aldo Rossi a Milano, in queste ultime ore e che prospetta scenari differenti da quelli evidenziati da circa un mese a questa parte. Gli investitori del Fondo del Barhain starebbero valutando di fermarsi e, contemporaneamente, anche il Gruppo Elliott non starebbe più spingendo per concludere una trattativa che solamente un paio di giorni fa sembrava oramai essere ai dettagli.

Un classico gioco di poteri e di priorità economiche, perché tutto giostra ancora una volta al vil denaro che la fa da padrone anche quando in gioco ci sono entità imprenditoriali che possono vantare patrimoni per 40 miliardi di dollari, per cui un acquisto da poco più di un miliardo di euro dovrebbe risultare la prassi. Invece non è così: InvestCorp, che pur aveva proposto 1,2 miliardi per prelevare l'intero pacchetto azionario dal Fondo americano, oggi appare più lontana con una trattativa arenata sia per  modalità poco gradite, sia per tempistiche non più chiare.

In mezzo, ovviamente, resta il Milan che non ha mai commentato da par suo la situazione ma che sta vivendo un momento più che delicato sia imprenditorialmente sia sportivamente. Nelle ultime due giornate la squadra si sta giocando la conquista per il 19° titolo e un passaggio proprietario che significherebbe ulteriore rilancio nel calcio che conta. Ma il timore di vedersi a fine maggio con un nulla di fatto, sprofondando ancora una volta nel buio dell'incertezza e della sconfitta è dietro l'angolo. Sul fronte Scudetto, c'è l'Inter che pressa, su quello aziendale un improvviso rallentamento sulla trattativa.

Mohammed Al Ardhi, presidente InvestCorp (fonte twitter @MMAlardhi)
Mohammed Al Ardhi, presidente InvestCorp (fonte twitter @MMAlardhi)

A metterci lo zampino c'è anche il Gruppo Elliott che si è sempre dichiarato possibilista nella cessione delle quote e che oggi si dice non per questo intenzionato a farlo il prima possibile, anzi. Per gli americani, il tempo è denaro e attendere significa possibilmente alzare ancora l'asticella della vendita. Un gioco pericoloso, ma che in questi giorni sta dando ragione alla famiglia Singer che oltre che dal Golfo Persico, si è vista arrivare un'altra proposta concreta, dai connazionali di RedBird Capital che nel mondo del calcio posseggono già l'85% del Tolosa e sono nel gruppo proprietario del Liverpool.

Ma perché con InvestCrop adesso non c'è più intesa? Il Milan ovviamente, inteso come club, non c'entra nulla, è il suo valore che è al centro della questione. InvestCorp si è sbilanciata fino ad una proposta monstre da 1,2 miliardi pronti a trasformarsi in 1,3 ma all'appello mancherebbero reali garanzie su 800 milioni. Un paradosso per un Gruppo da 40 miliardi di dollari di patrimonio, ma la realtà è questa e non piace a Elliott: 400 milioni verrebbero finanziati con prestito dalle banche, altri 400 da terzi investitori che InvestCorp si occuperebbe di trovare. Una situazione che i Singer non gradiscono perché non darebbero garanzie alla struttura finanziaria prossima del club.

A questo si deve aggiungere la presa di tempo del Gruppo Elliott, che a sua volta non piace a InvestCorp: il signing doveva venire concluso in questi giorni, ma tutto è sfumato e nessuno, oggi, sa indicare una nuova data. Gli americani ovviamente non hanno fretta, sanno che se il Milan si prendesse il tricolore potrebbero avanzare nuove pretese economiche, ottenendo una plusvalenza ben oltre gli attuali 800 milioni. In più, subentrando Red Bird, l'appetito è arrivato mangiando: il Gruppo di Gerry Cardinale ha presentato una concreta offerta inziale inferiore a InvestCorp ma più solida. Un milione di euro, finanziato però integralmente dal Gruppo e tutto questo sta facendo riflettere Elliott. I giochi non sono ancora finiti, come per lo Scudetto.

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