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L’Asl di Torino dopo i casi di Covid: “Torino-Juve e Juve-Napoli non sono a rischio”

I casi di Covid tra i calciatori della Juventus (Demiral e Bonucci positivi al rientro dalle nazionali) hanno alimentato timori di focolai in vista delle partite di campionato contro il Torino (sabato) e il Napoli (mercoledì il recupero). Il direttore dell’Asl di Torino, Carlo Picco, chiarisce: “Al momento non c’è un cluster, né ci sono elementi per considerarle a rischio”.
A cura di Maurizio De Santis
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I casi di Merih Demiral e Leonardo Bonucci, positivi al Covid-19 al rientro dalle nazionali, mettono nei guai la Juventus che in una settimana delicata (sabato affronta il Torino nel derby, mercoledì il Napoli nel recupero di campionato) si ritrova con la rosa decimata in difesa. All'emergenza numerica si accompagna anche l'ansia per le condizioni di salute e il rischio dei contagi in atto per i viaggi all'estero dei tesserati che hanno raggiunto le rispettive nazionali per le qualificazioni a Qatar 2022.

C'è un'ombra che incombe sulle partite Toro-Juve e Juve-Napoli? A fare chiarezza è Carlo Picco, direttore generale dell'Asl di Torino che ha espresso il proprio parere sulla situazione attuale della pandemia in relazione alla ripresa del torneo dei Serie A. Né l'una né l'altra gara, però, sono a rischio come ammette nell'intervista a Radio Kiss Kiss. "Al momento non c’è alcun focolaio in atto – le parole del dirigente – e quindi non vedo criticità rispetto alle prossime due partite di campionato. Non c'è un cluster, né ci sono elementi per considerarle a rischio".

A tenere banco in una giornata scandita dalle notizie sui casi di coronavirus tra le fila degli Azzurri al rientro dalla Lituania è stata anche la vicenda della cena (nonostante le restrizioni della zona rossa) svoltasi a casa di McKennie, a cui hanno preso parte anche Arthur e Paulo Dybala. Scoperti dai Carabinieri, sono stati segnalati alle autorità competenti e incorreranno in una sanzione amministrativa. La Juventus, oltre a una multa, è decisa anche a sospenderli come ulteriore sanzione. "Credo che la maggior parte dei calciatori e degli atleti del mondo dello sport – ha aggiunto il dirigente dell'Asl torinese, Picco -, proprio per la visibilità che hanno, dovrebbero dare il buon esempio soprattutto per i giovani così da evitare anche il rischio di emulazione".

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