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L’abbraccio con Luis Enrique non scaccia l’amarezza di Morata: “Abbiamo tutti contro”

Alvaro Morata non si p tolto di dosso l’amarezza per le critiche subite dopo le due gare della Spagna agli Europei 2021. Così, malgrado il gol alla Polonia e l’abbraccio liberatorio al ct è tornato sul difficile momento: “Arriviamo dopo una generazione di geni, ma dateci fiducia e tempo. Perdiamo o vinciamo tutti insieme e abbiamo ancora una finale da giocare”
A cura di Alessio Pediglieri
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La Spagna va a corrente alternata e per i giocatori è tempo di critica feroce in Patria. Molti giocatori sono stati messi nel mirino dei tifosi, primo tra tutti il bianconero Alvaro Morata che è stato il primo accusato per il pareggio incolore al debutto contro la Svezia (0-0) e poi croce e delizia del match con la Polonia, dove ha segnato ma ha anche sbagliato molto. All'uscita dal campo molti applausi da parte del pubblico di Siviglia ma anche qualche sonoro fischio che non è stato digerito.

Un po' di malumore ci sta: la Spagna di Luis Enrique è sulla carta tra le pretendenti al titolo finale dell'Europeo 2021 con una formazione che sta provando ad aprire un nuovo ciclo, con giocatori giovani, di prospettiva e di qualità. Che, però, hanno necessità di trovare fiducia attorno a sè, soprattutto in una kermesse come quella continentale in cui tutto si gioca in sole tre partite per continuare il sogno. Due pareggi consecutivi e un gioco che latita non è un buon viatico ma non tutto è da gettare via subito.

Arriviamo da una generazione di geni che hanno saputo vincere tutto, lo sappiamo benissimo. Ma in queste occasioni di solito la Nazionale ha il pubblico e i tifosi dalla propria parte. qui sembra invece che non si aspetti qualche sbaglio per gettarci addosso di tutto

Uno sfogo amarissimo di Morata che pur aveva ritrovato il sorriso. Contro la Polonia Luis Enrique lo ha riproposto dal primo minuto, titolare, malgrado metà Spagna non lo volesse vedere in campo. Fiducia. La parola d'ordine del ct a difesa del singolo e del gruppo è stata ripagata sul campo con l'attaccante che ha trovato la via del gol del momentaneo vantaggio. Una rete cercata, voluta, non bella ma liberatoria, come la corsa verso la panchina e l'abbraccio a Luis Enrique che ha fato zittire i fischi dagli spalti

E' stato un gesto spontaneo, di ringraziamento al mister e a tutti i compagni che mi hanno continuato a dare la fiducia di cui ho bisogno

Poi, il sipario. La Spagna, tutta, si è involuta davanti alla voglia polacca di non giocare un Europeo da comparsa. Il gol di Lewandowski, il rigore sbagliato da Moreno, la ribattuta maldestra di Morata che si divora un gol a pochi passi dalla porta completamente libera.

La palla sulla ribattuta del rigore mi è arrivata veloce ed improvvisa, andava a duemila all'ora. Anche l'altra occasione su Szczesny sembrava facile, ma sono azioni in velocità, non semplici. Segnare? Non mi importa, il calcio è collettività vinciamo o perdiamo tutti. Dobbiamo crederci di più e restare uniti, abbiamo una finale da giocare

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