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La strana ascesa in Champions dello Sheriff, la squadra di una nazione che non esiste

Lo Sheriff è la prima squadra moldava a raggiungere i gironi della Champions League ma il paradosso vuole che di moldavo non abbia quasi nulla. Rappresenta la Transnistria, un territorio grande come la Valle d’Aosta che si trova in Moldavia ma si è autoproclamato indipendente nel 1991, pur non essendo riconosciuto da nessuno. Fondato due ex agenti del Kgb, tipica espressione del capitalismo post sovietico che non si fanno mai vedere e hanno approfittato del crollo dell’Urss per fare affari e arricchirsi, lo Sheriff è in testa al girone europeo dell’Inter dopo aver battuto sia Shakhtar che Real Madrid.
A cura di Andrea Lucia
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Le speranze dell'Inter di qualificarsi agli ottavi di Champions League dopo 10 anni passano dal doppio confronto con lo Sheriff Tiraspol, una squadra speciale non solo perchè ha espugnato la casa del Real Madrid ed è in testa al girone a punteggio pieno. Gioca infatti nella massima competizione europea ma rappresenta un Paese che nessuno riconosce e che non esiste sulle mappe geografiche, la Transnistria. Pur trovandosi in Moldavia, questo territorio si è dichiarato indipendente nel 1991 dopo la dissoluzione dell'Unione Sovietica. Ecco perché la squadra della sua capitale, lo Sheriff, ad agosto è diventato il primo club moldavo a raggiungere i gironi della Champions ma il paradosso vuole che di moldavo abbia ben poco.

Dalla Transnistria alla Champions, il cammino dello Sheriff

Tiraspol è la capitale dell’autoproclamata Repubblica Moldava di Pridnestrov'e, una striscia di terra grande poco più della Valle d'Aosta fra la sponda orientale del fiume Dnestr e il confine con l’Ucraina. Si trova all’interno del territorio moldavo e rimane formalmente sotto il controllo della Nazione che la ospita, ma di fatto è autonoma. Nessuno però la riconosce come tale. La Transnistria infatti non fa parte dell'Unione Europea né tantomeno dell’ONU. Un po' come se la comunità internazionale, fatti i dovuti paragoni storici, non riconoscesse l'indipendenza di San Marino o di Città del Vaticano rispetto all'Italia.

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Il paese però ha i suoi confini, le sue leggi, un proprio governo e addirittura la sua moneta e un corpo di polizia. Vuole la protezione della Russia e lo si capisce anche dalla bandiera, una striscia verde che attraversa orizzontalmente due lembi di stoffa rossa e in alto la falce e il martello. Un simbolo inequivocabile che tradisce l'aspirazione filorussa della Transnistria, che si considera l'ultimo avamposto funzionante dell'Unione Sovietica. Nel 2006 circa 400mila persone hanno votato a favore dell’indipendenza immediata e di una futura integrazione con Mosca, salvo poi scoprire che l’esito della consultazione non è stato preso sul serio dalla comunità internazionale.

Uno stadio al top e piani ambiziosi: il progetto Sheriff

La squadra di Tiraspol non poteva che essere figlia di questa concezione autoritaria del territorio e coinvolta negli affari della politica locale ma paradossalmente gioca il campionato moldavo. Anzi, ne ha addirittura vinti diciannove degli ultimi ventuno disputati (quello 2020/2021 è terminato con 16 punti di vantaggio sulla seconda, 116 gol segnati e 7 subiti). Si chiama Sheriff perché rappresenta un marchio enorme, una holding creata da due ex dirigenti del KGB nel 1993 e che controlla quasi il 60% dell'economia nazionale moldava tra catene di supermercati, pompe di benzina, concessionarie, compagnie telefoniche, riserve petrolifere e l'unica emittente tv. Mancava solo il calcio e infatti i due proprietari, Viktor Gushan e Ilya Kazmaly, hanno fondato il club calcistico nel 1997 e hanno deciso di optare per un logo con la stella di sceriffo. Stare in città, a Tiraspol, è come vivere sempre all'interno del club.

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Lo Sheriff Sports Complex, costato 200 milioni di euro, è inserito in un centro sportivo all'avanguardia, con piscina olimpica, clinica privata, venti campi di allenamento, alloggi e accademia per le giovanili. L'obiettivo era chiaro sin dall'inizio: far vedere la Transnistria sulla mappa conquistando la principale vetrina calcistica internazionale. Presentandosi come moldavi, ma con una squadra che di moldavo non ha quasi nulla. Dopo aver sfiorato l'obiettivo in diverse occasioni, quest’anno la squadra allenata da Vernydub ha finalmente raggiunto i gironi di Champions superando tutti i turni, eliminando Stella Rossa e Dinamo Zagabria. Al debutto assoluto tra i grandi si è tolta la soddisfazione di battere anche lo Shakhtar Donetsk di Roberto de Zerbi. Una squadra con una storia molto simile, visto che rappresenta i rifugiati dell'autoproclamata Repubblica del Donbas. Per non parlare della storica vittoria in casa del Real Madrid alla seconda giornata. L'Inter è avvisata.

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