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Kane e compagni incontrano i lavoratori migranti, ma è tutto finto: dietro c’è un amaro trucco

A fine sessione di allenamento, Harry Kane con i suoi compagni di Nazionale e il ct Southgate si sono fermati a giocare e a parlare con un gruppo di operai per fare pressione su FIFA e Qatar sui diritti umani. Ma non è come pensavano.
A cura di Alessio Pediglieri
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Un sogno che si avvera ma anche un segnale fortissimo sul fronte della tutela dei diritti umani. L'Inghilterra ha deciso di concludere l'ultimo allenamento in Qatar in vista dei Mondiali oramai imminenti, ospitando sul terreno di gioco alcuni migranti lavoratori che hanno partecipato alla realizzazione del torneo, costruendo le infrastrutture, gli stadi, le sedi in cui le 32 Nazionali oggi possono vivere, allenandosi e preparandosi con ogni tipo di comfort. Una scelta che ha riacceso i riflettori su una delle tante piaghe che hanno afflitto il governo qatariota negli ultimi mesi, immerso in una serie quasi infinita di polemiche. Ma, dietro allo splendido gesto di Kane e compagni, purtroppo, si cela l'ennesimo trucco.

L'obiettivo dichiarato da parte della Federcalcio inglese è sempre stato quello di mettere pressione in qualsiasi modo alla FIFA per creare un centro permanente per la forza lavoro immigrata in Qatar, un fondo di compensazione per le famiglie che hanno perso i propri cari nei cantieri della Coppa del Mondo anche se ufficialmente, le autorità di Doha hanno sempre affermato che solo tre lavoratori sono morti costruendo gli stadi, contro le indiscrezioni che parlano di centinaia, se non di migliaia di decessi sul lavoro. Uno scopo che era stato già alimentato in patria con dichiarazioni ufficiali e che è stato ripetuto anche una volta raggiunto il Qatar da Conor Coady dopo l'incontro sul campo con gli operai: "Rispettiamo questo Paese, ma crediamo nel calcio per tutti. Vogliamo che tutti i tifosi vengano qui, ci spingano e ci guidino: rispettiamo tutto in Qatar ma rappresentiamo quello che rappresentiamo. È stato importante incontrare i lavoratori migranti, è qualcosa che volevamo davvero fare. Non siamo politici, ma dimostra cosa puoi fare come giocatori dell'Inghilterra per aiutare le persone".

Detto, fatto. Così, Southgate e i giocatori hanno svolto parte dell'allenamento con una delegazione di lavoratori, con cui si sono fermati prima a firmare autografi e a fare selfie e, dopo la sessione a parlare, alla presenza dell'amministratore delegato della FA, Mark Bullingham che ha posto loro domande sulle loro esperienze nella costruzione degli otto stadi e delle altre infrastrutture utilizzate durante il torneo.

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Un momento di condivisione tra sorrisi e incredulità da parte dei lavoratori che hanno poi potuto fare i classici selfie di rito con i  campioni inglesi e realizzare qualcosa fino a pochi minuti prima era considerato semplicemente irrealizzabile: i lavoratori hanno preso parte ai calci di rigore con un portiere d'eccezione, Gareth Southgate. Il tutto è finito ovviamente in rete, divenendo immediatamente virale.

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Peccato che più avanti si è scoperta una verità differente, più amara e triste in cui l'Inghilterra, la FA, Southgate e i giocatori risulterebbero dei semplici burattini i cui fili sono stati arditamente tirati dai vertici FIFA. Il tutto è venuto alla luce quando alcuni operai si sono fermati a rilasciare alcune dichiarazioni che stridono fortemente con quanto era emerso precedentemente: "Una bellissima opportunità, ho incontrato Harry Kane, Spterming… incredibile. Devo dire grazie al Supreme Committee for Delivery and Legacy per averci offerto questa opportunità di incontrare i nostri eroi internazionali." "Ho giocato un ruolo molto piccolo nella costruzione di questo torneo e spero che sia uno dei più grandi tornei nella storia del mondo" ha detto un altro lavoratore intervistato, "di certo, il Comitato Supremo si è preso davvero cura del benessere di tutti i lavoratori. Penso che il Qatar abbia fatto un lavoro fantastico". 

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Dichiarazioni che hanno svelato un dietro le quinte che nessuno si aspettava. Il riferimento al "Supreme Committee" e il plauso totale nei confronti del Governo qatariota ha fatto capire che l'evento era in realtà pilotato. Organizzato dalla FIFA stessa e dalle autorità del Qatar, che avevano provveduto a selezionare i lavoratori migranti personalmente, proprio attraverso il Comitato Supremo sotto l'egida governativa. Per uno spot filogovernativo senza precedenti.

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