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Il protocollo Bundesliga: calciatore positivo al Covid? Va in isolamento e il campionato prosegue

La Bundesliga si prepara alla ripresa del campionato: mercoledì 6 maggio può arrivare la conferma ufficiale. I propositi di ripartenza di fondano sul protocollo medico elaborato da federcalcio e lega, che ha convinto stati federali e governo: “Non è possibile garantire sicurezza totale, ma un rischio accettabile”. In caso di nuova positività, andrà in isolamento solo il soggetto interessato e si continuerà a giocare. Lo stesso approccio che vorrebbe seguire la Federcalcio.
A cura di Sergio Chesi
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La data X è ormai prossima: mercoledì 6 maggio può essere il giorno decisivo per la ripartenza della Bundesliga. Il momento in cui si ritroveranno a convergere gli interessi di federcalcio e lega con l'approvazione di Angela Merkel e stati federali, ormai definitivamente convinti dalla bontà del protocollo medico preparato da DFB e DFL. Un documento di 51 pagine articolato ed estremamente dettagliato che dovrebbe bastare, nei piani dei vertici del calcio tedesco, per portare a termine questa tribolata stagione ed evitare il collasso economico del sistema calcistico nazionale. Tutta l'Europa guarda con attenzione alla Bundesliga e ai prossimi sviluppi, perché la strada tracciata in Germania potrebbe diventare un modello da imitare. In certo senso, rappresenta l'ultima spiaggia per evitare che altri grandi campionati possano seguire la linea già adottata da Belgio, Olanda e Francia.

Più che un protocollo, quello tedesco, è un manifesto. Ancora prima di definire procedure e misure di sicurezza, delimita i confini delle possibilità del calcio in questo momento.Nella prima slide sono contrassegnate con l'etichetta ‘Importante' le parole che rappresentano il fulcro del lavoro della task force tedesca.

"L’obiettivo non è garantire la sicurezza totale, al 100%, per tutte le persone coinvolte, perché sarebbe impossibile. Ma è considerare l’importanza sociale, politica ed economica del calcio e assicurare uno sviluppo che presenti un grado di rischio accettabile dal punto di vista medico".

Perché la Bundesliga riparte?

C'è la piena consapevolezza della situazione: il Covid-19 è un nemico che non abbiamo finito di conoscere e ancora circola tra noi. Nessuno ancora è in grado di domarlo. Il protocollo che sarà adottato in Bundesliga, di conseguenza, si pone come obiettivo la riduzione al minimo del rischio di contagio, attraverso una serie di indicazioni da attuare e seguire scrupolosamente. Per le squadre, intesi come calciatori e staff tecnico, ma anche per il personale degli stadi, le troupe televisive, i giornalisti. Per chiunque avrà accesso agli impianti in occasione delle gare, in numero ridotto all'essenziale.

In Germania hanno trovato la loro risposta alla domanda delle domande: cosa succede in caso di un nuovo contagio? Secondo i parametri stabiliti dall'Istituto Robert Koch, l'ente nazionale per il controllo e la prevenzione delle malattie infettive, l'attività calcistica è classificata come ‘Categoria II' nella scala di rischio. Per questo motivo non si rende necessaria la quarantena di tutto il ‘gruppo squadra' – e dunque l'inevitabile sospensione del torneo -, ma sarà isolato solo il soggetto positivo al Covid. Di fatto lo stesso approccio presentato dalla Federcalcio nella prima versione del protocollo, quella respinta dal governo.

Coronavirus: il protocollo medico della Bundesliga

La ricetta della Bundesliga si basa su due ingredienti fondamentali: prevenzione e controllo. Vanno rispettate in maniera rigida le norme sul distanziamento, sull'igiene, sull'occupazione degli spazi, al fine da evitare al minimo i contatti e le opportunità di contagio. Anche in occasione delle partite: le squadre arriveranno allo stadio divise in diversi autobus o van, i palloni saranno disinfettati anche nel corso dell'incontro.

A monte, chiaramente, c'è un continuo lavoro di controllo attraverso tamponi a tappeto. La scorsa settimana è stato fatto il primo dei due tamponi previsti prima dell'inizio del campionato. Dopo questi test, e l'isolamento dei casi positivi, si procederà ad un ritiro settimanale che porterà alla prima partita di campionato. Da quel momento in poi, fino alla fine del torneo, due tamponi a settimana per monitorare passo dopo passo l'eventuale presenza di casi positivi all'interno delle squadre. Il ragionamento che ha guidato la Germania a questo tipo di soluzione è semplice: creare le migliori condizioni possibili per evitare i contagi così da poter superare anche eventuali casi di positività. Sono stati 10 i risultati positivi ai 1724 tamponi effettuati tra prima e seconda serie della Bundesliga nei giorni scorsi.

Non mancano le perplessità su quanto il sistema possa reggere l'urto della pandemia. Birger Vertraete, calciatore del Colonia, nei giorni scorsi ha condiviso pubblicamente le sue preoccupazioni dopo essersi allenato in gruppo con il fisioterapista e i due calciatori risultati positivi nella sua squadra. L'Erzgebirge Aue ha messo in quarantena l'intera squadra dopo un caso di positività, in attesa di iniziare la settimana di ritiro pre-campionato. Ha fatto scalpore il video pubblicato da Salomon Kalou, calciatore sospeso dall'Hertha Berlino per aver immortalato alcuni momenti negli spogliatoi durante i quali non venivano rispettate le norme anti-Covid. E ha creato qualche imbarazzo anche l'invito rivolto dalla lega ai club: non comunicate i casi di positività, ci pensiamo noi con cadenza settimanale.

Dubbi che la Germania si trascina e con i quali proverà a convivere, fiduciosa di aver preparato il miglior piano possibile in questa situazione, spedita a gonfie vele verso la ripresa della Bundesliga. Con gli occhi dell'Europa puntati su di sé.

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