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Ibrahimovic e Lukaku hanno dato un altro buon motivo per desiderare il ritorno degli stadi pieni

La rissa tra Ibrahimovic e Lukaku, cosa si sono detti e hanno fatto nel derby di Coppa Italia hanno offerto un pessimo spettacolo andato in onda in diretta TV. Si è sentito tutto, sorprende come l’arbitro (e i suoi collaboratori) non abbiano preso subito provvedimenti nei confronti di quello schiamazzo da cortile.
A cura di Maurizio De Santis
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Cosa si sono detti Romelu Lukaku e Zlatan Ibrahimovic e cosa hanno fatto è sotto gli occhi di tutti. In uno stadio vuoto e con la eco che permette di ascoltare tutto anche da casa in maniera molto chiara, senza alcuna necessità di interpretare il labiale, è davvero difficile pensare che quattro ufficiali di gara (l'arbitro, i due assistenti di linea e il quarto uomo) non abbiano sentito né visto lo spettacolo da bulletti col fuoco dentro che hanno messo in scena i due attaccanti di Inter e Milan. Insieme hanno fornito un altro buon motivo per auspicare il ritorno agli impianti pieni. Che la tensione giochi brutti scherzi ci può stare. Che un derby, anche senza pubblico, sia una gara accesa ed emotivamente coinvolgente è comprensibile. Che un direttore di gara tolleri insulti e atteggiamenti di quel tipo al limite della rissa non si può accettare. Perché non è intervenuto censurando subito quel numero da circo?

È stato tutto così plateale, grottesco, macroscopico da rendere ancora più grave l'errore di valutazione commesso da Valeri, apparso nell'occasione troppo pavido, salvo mostrare maggiore ‘carattere' nella ripresa espellendo lo svedese (che s'è messo proprio d'impegno per farsi sbattere fuori commettendo un fallo stupido quanto inutile). Perché non ha estratto subito il cartellino giallo facendo avvertire la s provando a calmare i bollenti spiriti dei due calciatori che si affrontavano come due galli nel pollaio? La cosa peggiore dello schiamazzo da cortile andato in scena a San Siro è stata propria la condotta del direttore di gara (poi uscito per infortunio) che alimenta il dubbio su quale sia il metro di giudizio adottato, quali siano le indicazioni che arrivano dai vertici della categoria.

A San Siro – e allora c'era il pubblico allo stadio – Koulibaly peccò di nervosismo, reagì male agli insulti razzisti, ai buuu che i tifosi gli vomitavano addosso per il colore della pelle ogni volta che toccava palla e venne espulso. Allora non ci fu alcuna ‘tolleranza' da parte dell'arbitro, alcuna riflessione sulla condizione psicologica e sul contesto che aveva portato il calciatore a quello scatto di nervi (l'applauso polemico). Evidentemente, per l'arbitro Valeri espressioni da turpiloquio che tirano in ballo madri, mogli e quant'altro è stato pronunciato dai Lukaku e Ibrahimovic non è abbastanza grave da meritare un intervento.

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