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Dal tiro alla Del Piero al “Tiraggir” di Insigne, un idolo non smetterà mai di brillare

Ogni campione ha il suo idolo, Bochini per Maradona, Zizinho per Pelé, Francescoli per Zidane. E quando diventi anche tu un campione, cerchi di emulare il tuo idolo in tutto. L’idolo di Lorenzo Insigne è Alessandro Del Piero, da cui ha preso il suo famoso tiro per farlo diventare un nuovo marchio di qualità: il Tiraggir.
A cura di Jvan Sica
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Quando da bambino e adolescente hai un idolo in un determinato campo e poi tu stesso diventi un professionista in quel campo, tutto sembra congiungersi in una lunga e brillante parabola che collega due punti all’inizio molto distanti. L’idolo di Lorenzo Insigne, e quindi il primo punto di questa parabola, è stato da sempre Alessandro del Piero, che oggi compie 47 anni. Il calciatore del Napoli lo ha sempre detto in pubblico e in privato, sia quando era all’inizio del suo percorso nel Napoli che ora,da campione d’Europa, numero 10 della Nazionale di calcio e capitano degli Azzurri.

Un idolo in effetti non si appanna con la brillantezza della luce che tu stesso puoi creare. Anche Maradona aveva un idolo, era Ricardo Enrique Bochini, favoloso 10 dell’Independiente, anche Pelè aveva un idolo, era Tomás Soares da Silva detto Zizinho, centrocampista totale in primo luogo di Flamengo e Bangu, anche Zidane aveva un idolo, era ed è Enzo Francescoli, che si è goduto per un anno all’Olympique Marsiglia.

E anche se Alessandro del Piero era senza ombra di dubbio la bandiera di una squadra fortemente avversaria della squadra per cui Lorenzo Insigne tifava, ovvero il Napoli, il 24 dei partenopei ha sempre sottolineato la sua cotta infantile, che ancora oggi continua senza scemare. Quando hai un idolo, non solo immagini e cerchi con tutto te stesso di conoscerlo e magari di scambiarci qualche parola, il massimo sarebbe emularlo, diventando bravo nell’ambito in cui lui eccelle. Per il 99,99% dei terrestri questa cosa non accade, ma per i nomi che abbiamo fatto questa sorta di miracolo del destino è accaduto davvero.

Una volta poi che le traiettorie si toccano e tu e il tuo idolo diventate “colleghi”, arriva il momento di mostrare a tutti i propri talenti. Per farlo nel modo migliore, la cosa più facile da fare è prendere il proprio idolo come riferimento, cercando di rifare, magari migliorando, quello in cui l’idolo stesso dimostrava la bravura e la grazia che ti hanno rapito. Ed è evidente come Maradona immaginava alcuni passaggi in verticale come Bochini, che Pelé soprattutto nella prima fase della sua carriera cercava di essere quel giocatore totale che era stato Zizinho nel Brasile degli anni ’40 e ’50 e che Zidane ha voluto riprendere alcune movenze e invenzioni di Francescoli.

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Per quanto riguarda il binomio fatto in partenza poi il punto di congiunzione astrale tra Alessandro del Piero e Lorenzo Insigne sembra molto evidente: il “Tiro alla Del Piero” è oggi aggiornato nel “Tiraggir” di Lorenzo Insigne.

Il colpo di Alessandro Del Piero era una vera e propria carezza data al pallone e alla geometria. Tanti prima di lui avevano tirato sul secondo palo, ma la loro era sempre una prova di forza e una preghiera di speranza. Del Piero invece, soprattutto nel girone di Champions League 1995-96 che ne consacra il talento e il tiro, non cerca l’angolo più lontano possibile affidandosi alla potenza, ma alla semplice morbidezza della caviglia. Il suo tiro è un soffio lunghissimo, che i portieri avversari cercavano di afferrare, come se l’aria si potesse acchiappare con i guanti.

Lorenzo Insigne ha preso quel gesto e, riducendone la sofficità, soprattutto durante l’ultimo Europeo l’ha colorato di magia, ne ha fatto un gesto da malandrino, in cui a stupire non è l’armonia del colpo ma la destrezza dell’effetto che ne fa quasi un gioco di prestigio. Dal “Tiro alla Del Piero” al “Tiraggir” di Insigne per fortuna del calcio e di noi italiani, siamo sempre nel dantesco cielo degli spiriti amanti, i quali come il pallone calciato dai due, volteggiano cantando… verso l’incrocio dei pali.

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