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Da Pinamonti a Esposito, passando per Gnonto e Satriano: l’Inter non è un paese per giovani

La recente storia nerazzurra racconta ancora una volta la scelta di non credere fino in fondo nei talenti che ha saputo crescere: pronti a essere immolati sull’altare del calciomercato.
A cura di Alessio Pediglieri
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Andrea Pinamonti a Empoli dove ha segnato 13 reti in 35 gare
Andrea Pinamonti a Empoli dove ha segnato 13 reti in 35 gare

L'Inter non ha intenzione di investire sui propri giovani e il calciomercato attuale ne è un evidente specchio: tante le trattative in ballo, tanti i nomi su cui ragionare, poche le certezze di restare in sella ad una società che pur dovrebbe ottimizzare le risorse interne, per far fronte alla crisi economica e finanziaria. Invece, si ostina a cedere i giocatori più promettenti, provenienti dal vivaio o da investimenti fatti in tempi non sospetti. Alcuni esempi? Andrea Pinamonti è tra i più chiacchierati giocatori in lista d'attesa per una sistemazione, come Sebastiano Esposito che ha giocato l'ultima stagione all'estero e che disputerà anche la prossima lontano dall'Italia. Estero che ha già fagocitato Willy Gnonto, scuola Inter, mentre Satriano in vista di un panorama mondiale in Qatar studia per capire dove poter giocare con continuità.

L'età media è bassissima, la qualità in campo alta ma non sembra essere sufficiente a invitare dirigenza e proprietà ad un investimento serio a lungo termine. Se a tutto ciò si aggiunge anche i risultati arrivati e puntualmente ignorati, come lo scudetto Primavera conquistato qualche settimana fa dai ragazzini di Chivu, il quadro è completo ma desolante. La ratio attuale vuole che si debba sacrificare il talento esclusivamente  ai bilanci, portando a quantificare a circa 40 milioni il possibile "tesoretto" che Suning potrebbe recuperare dalle cessioni dei possibili campioncini in erba. Nemmeno pensando a provare (se non a vincere) la scommessa che, fra qualche anno potrebbero valere di più e, soprattutto, aver dato un contributo importante alla causa interista.

Sebastiano Esposito nell'ultima stagione al Basilea: per il classe 2002, 23 presenze e 6 gol
Sebastiano Esposito nell'ultima stagione al Basilea: per il classe 2002, 23 presenze e 6 gol

Poco conta, perché la realtà è differente. Sebastiano Esposito (classe 2002) di rientro dalla burrascosa ma fruttuosa esperienza al Basilea dove ha giocato con continuità mettendo minuti e gare nelle gambe, vuole giocare. Non lo farà in Italia (tantomeno all'Inter) essendo in dirittura d'arrivo con l'Anderlecht per un nuovo prestito, alla ricerca della continuità e della conferma di valere un posto da titolare. Stesso dicasi per l'urugaiano Martin Satriano (classe 2001) che andrebbe a prendersi il posto vacante nell'attacco dell'Empoli, piazza che sui giovani da sempre scommette e investe. Come ha fatto proprio con lo stesso Andrea Pinamonti (classe 1999), reduce da una stagione stellare che però non gli varrà il rientro alla base nerazzurra. Perché è stato subito piazzato sul mercato,  asta a 15-18 milioni per il miglior offerente.

Con il serio rischio di rimanere con la bocca asciutta e una smorfia di fastidio. Come quando si guarda la crescita (e le scelte) fatte da Wilfried Gnonto (classe 2003)  che nell'Inter c'era cresciuto e giocato ma che, arrivato al momento della scelta, ha optato per saltare il fosso e scegliere altra destinazione con la garanzia che nessuno ad Appiano gli avrebbe dato: giocare, spesso e volentieri, fino a dimostrare sul campo il proprio valore. Guadagnandosi a pieno diritto, oggi, le prime pagine e un posto nella Nazionale di Mancini.

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