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Come possono finire le coppe con esclusione dei club di Superlega: Champions al PSG, Roma in finale

Il giorno dopo l’annuncio della Superlega da parte di 12 top club europei, l’UEFA non intende trovare un punto d’incontro, ma anzi usa toni ancora più duri per bocca del suo presidente Ceferin. Così come dure, durissime, per le società in questione potrebbero essere le conseguenze della loro decisione: uscire completamente da qualsiasi competizione che non sia il loro torneo privato. Fin da subito?
A cura di Paolo Fiorenza
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Chi si aspettava una seconda mossa più cauta da parte dell'UEFA e del suo presidente Ceferin – dopo il primo duro comunicato emesso ieri assieme a leghe e federazioni calcistiche di Italia, Inghilterra e Spagna, quando i dubbi sull'imminente annuncio della neonata Superlega stavano ormai cedendo il posto ad un'attesa che sarebbe durata fino a mezzanotte – ha sbagliato decisamente i propri conti.

La notte ha sì portato consiglio al massimo ente calcistico continentale, ma non nel senso di cercare una mediazione per arrivare ad un'intesa coi i ‘rivoltosi', bensì inasprendo ancora di più gli animi di chi si è sentito tradito dalla trama clandestina di Agnelli & co. Così l'UEFA ha ribadito in maniera perentoria che i calciatori che dovessero mettere piede in campo nella Superlega non potrebbero più vestire la maglia delle proprie Nazionali, con l'ovvia conseguenza di guardarsi in tv Europei e Mondiali.

Gli scenari tuttavia sono ancora in divenire, il braccio di ferro tra i 12 club (cui secondo i piani esposti nell'atto costitutivo dovrebbero aggiungersi altri 3 ‘fondatori') e gli enti calcistici potrebbe dare luogo a uno scontro – anche nei tribunali – di una violenza mai vista nella storia dello sport.

"Prenderemo in considerazione tutte le misure a nostra disposizione, a tutti i livelli, sia giudiziario che sportivo – recitava ieri il comunicato congiunto di UEFA, leghe e federazioni – Il calcio si basa su competizioni aperte e meriti sportivi, non può essere altrimenti. Ai club interessati sarà vietato giocare in qualsiasi altra competizione a livello nazionale, europeo o mondiale".

Insomma i club ‘scissionisti' diventerebbero completamente fuorilegge: non ci sarebbe spazio per gente così in alcuna altra competizione che non fosse la loro esclusiva ed egoistica Superlega. E poiché nelle ‘UEFA Disciplinary Regulations' è previsto che tra le "misure disciplinari che possono essere imposte alle associazioni e ai club membri" ci sia anche "la squalifica da competizioni in corso", oltre all'esclusione da quelle future, è chiaro che si stanno sollevando anche interrogativi sulla conclusione delle attuali coppe europee.

Interrogativi alimentati con potente benzina dalle parole pronunciare oggi da Alexsander Ceferin in occasione del Comitato Esecutivo dell'UEFA che ha approvato la nuova formula della Champions League.

"Stiamo ancora valutando la situazione con la nostra squadra legale: è ancora presto, l'annuncio della Superlega è arrivato 14 ore fa, ma ovviamente cercheremo di applicare tutte le sanzioni che potremo. Ma secondo me bisogna sospendere il prima possibile dalle nostre competizioni chi ha violato le regole".

Il che significherebbe l'espulsione immediata dalle semifinali di Champions ed Europa League dei club coinvolti nel progetto ribelle, ovvero Real Madrid, Chelsea, Manchester City, Manchester United ed Arsenal. In questo scenario di massima spaccatura le coppe verrebbero dunque assegnate alle squadre residue, ovvero la Champions al PSG (che si è tirato fuori dalla Superlega) e l'Europa League alla vincente di una ipotetica finale tra Roma e Villarreal.

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Sarebbe una conclusione traumatica e senza precedenti delle coppe europee, del resto i toni delle istituzioni calcistiche sono così rabbiosi che non si può escludere nulla. Finanche mettere in discussione la realtà di quello che abbiamo visto coi nostri occhi non più tardi di qualche giorno fa: le 8 migliori squadre d'Europa giocarsi la più grande competizione calcistica per club del mondo. O almeno così sembrava.

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