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Champions League, Marcus Thuram sfida l’Inter: “Da piccolo tifavo Milan”

Figlio dell’indimenticato ex difensore di Parma e Juventus, Marcus Thuram è pronto a guidare l’attacco del Borussia Monchengladbach nel primo match di Champions League contro i nerazzurri: “Vogliamo vincere ma non sarà facile perché l’Inter è una squadra fortissima. Lukaku? Ho sempre avuto una grande ammirazione per lui”.
A cura di Alberto Pucci
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Il primo avversario dell'Inter in Champions League è un club tedesco che ha fascino e tradizioni storiche: il Borussia Monchengladbach. Domani sera a San Siro, con inizio alle ore 21.00, sarà proprio la formazione del tecnico Rose a tenere a battesimo le ambizioni europee dell'Inter: reduce dalla deludente sconfitta con il Milan nel derby e senza i contagiati Skriniar e Young. Ad aspettare al varco la truppa di Conte, ci sarà un ragazzo che in Italia tutti ricordano e che, per molti anni della sua adolescenza, ha proprio tifato per l'altra squadra di Milano.

"Non so perché, ma quando mio padre giocava per la Juve, tifavo per il Milan, e quando è passato al Barcellona tifavo per il Real Madrid – ha spiegato Marcus Thuram alla ‘Gazzetta dello Sport' – Adoravo Sheva e Crespo, ma adesso sono tifoso solo del mio Borussia". L'attaccante francese del Gladbach, figlio dell'indimenticato Lilian, è infatti uno dei giocatori sui quali punta la formazione tedesca per sbancare San Siro.

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Il ritorno in Italia e l'ammirazione per Lukaku

"Affronteremo il girone per vincere ogni partita ma non sarà semplice. L'Inter è una squadra fortissima: dal portiere fino all’attaccante è difficile dire chi sia il migliore. Ho sempre avuto una grande ammirazione per Lukaku. Spero di diventare più forte di lui, lavoro tutti i giorni per diventare uno dei migliori al mondo".

"Sarà emozionante per me tornare in Italia – ha aggiunto Marcus ThuramPapà mi ha confidato che per lui è strano vedermi in campo a San Siro, dove ha giocato tante partite importanti. Non mi preoccupa però di giocare in stadi così importanti, anzi mi godrò l’esperienza: giocare al Bernabeu e a San Siro per me è sempre stato un sogno. Un pronostico? I pronostici non si fanno. Mio padre ha segnato una doppietta nella semifinale del Mondiale di Francia del 1998: chi lo avrebbe mai detto?".

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