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Bundesliga, emergenza infortuni: +226% dalla ripresa post Covid

Dopo sole due giornate di ritorno al calcio giocato, in Bundesliga un report scientifico ha evidenziato un aumento del 226% di infortuni tra i giocatori dei vari club. Complice una preparazione insufficiente ma anche lo scarso utilizzo delle 5 sostituzioni promosse dall’Uefa. Tra le squadre più colpite il Borussia Dortmund. Le soluzioni? Maggior monitoraggio individuale e più lavoro tattico.
A cura di Alessio Pediglieri
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La Bundsliga è tornata in campo e così, il calcio giocato. Tra i massimi campionati europei quello tedesco è l'unico ad essere stato ripreso e in questa settimana si giocherà anche il primo turno infrasettimanale, valido per la 28e giornata. Tra tante perplessità e il rischio di nuovi contagi (il caso Dinamo Dresda insegna) e la tutela nei confronti dei giocatori non solo per eventuali positività ai test (che vengono effettuati costantemente) ma anche e soprattutto da un punto di vista fisico, per il reale rischio infortuni. Due mesi di inattività sono importanti, per un professionista e tornare a competere dopo qualche settimana di allenamento non è considerato sufficiente. Né dai diretti interessati – che hanno manifestato in diversi momenti le proprie perplessità – né dagli esperti. E  in Italia, in queste ore preoccupano le condizioni di Zlatan Ibrahimovic infortunatosi seriamente dopo solo qualche giorno di allenamenti intensivi con il Milan.

I dati che emergono dalle prime giornate di ripartenza in Bundesliga non sono proprio confortanti: nella prima giornata di Bundesliga il rischio di infortuni è salito, arrivando a 12 casi tra prima e durante i match, con un aumento pari al 226%. Dopo la seconda giornata, in totale tra gli infortunati, ci sono moltissimi giocatori fermi ai box con una percentuale che è passata dallo 0.21 allo 0.88%. Questi dati sono evidenziati da uno studio fornito dal professor Joel Mason, ricercatore dell’Istituto di scienze dello sport dell’ università di Jena. Dunque, la realtà è che il problema è tangibile e puntualmente si sta verificando: una media di 3-4 giocatori in rosa fermi in infermeria non è da sottovalutare.

Era già tutto previsto: il precedente della NFL americana

Ma il rischio era stato già individuato da studi precedenti alla ripartenza della Bundesliga. Quando il rischio ‘fisiologico' di un infortunio si combina con una preparazione limitata, la frequenza delle lesioni sale alle stelle e la riprova più convincente di questo fenomeno era stata fornita da una analisi della NFL (il campionato di Football americano made USA) del 2011. A causa di una pausa di 136 giorni, decidendo il ritorno in campo, i tempi si erano ridotti all'osso e invece delle classiche 14 settimane di preparazione, ci si era ridotti a soli 17 giorni di allenamento. Nei primi 12 giorni di sedute, 10 giocatori si ruppero il tendine d'Achille e il numero di infortuni registrati nel primo mese era stato più del doppio della media osservata in genere durante un'intera stagione.

Il caso Dortmund: il club tra i più colpiti della Bundesliga

Il ritorno al calcio giocato dopo oltre 60 giorni di stop, condivide elementi sorprendentemente simili a quanto accadde in NFL: l'incapacità di accedere alle strutture per un lungo periodo di tempo, l'inevitabile deterioramento della forma fisica che protegge dalle lesioni e un periodo di tempo molto ridotto per la preparazione strutturata. E anche durante la preparazione, alcuni club non erano stati esentati da nuovi infortuni: il Borussia Dortmund è stato tra i più colpiti. Dall'inizio di maggio, cinque giocatori avevano subito lesioni muscolari e Gio Reyna si è bloccato durante il riscaldamento, sostituito da Thorgan Hazard, che al 79′ ha accusato crampi. Tutto ciò perché il Borussia ha incentrato il proprio carico di lavoro a lungo termine, che avrebbe richiesto ancora qualche giornata di preparazione e che, non a caso, nella rima giornata post-lockdown aveva fatto registrare il più basso tasso di corsa e metri percorsi da parte dei suoi giocatori.

Le soluzioni: sfruttare le 5 sostituzioni e aumentare il lavoro tattico

A venire incontro a queste problematiche, in parte, ci ha pensato l'Uefa acconsentendo ad un maggior numero di sostituzioni. Ma è stata una soluzione poco utilizzata dalle squadre nella convinzione che un titolare affaticato possa rendere comunque di più di una riserva. Dunque, per le prossime settimane rimane comunque altissimo il rischio di ricadute e infortuni, aumentato anche dalle partite ravvicinate tra loro che non consentono sedute di scarico. L'unica soluzione-tampone da parte dei club è aumentare il monitoraggio individuale sia durante le gare sia negli allenamenti. Una sorta di ‘flessibilità' di controllo, che possa intervenire e variare nei carichi e nelle durate delle sedute di giocatore in giocatore, con il sostegno da parte degli allenatori che dovranno di conseguenza migliorare l'aspetto tattico, ottimizzando le caratteristiche dei singoli e permettendo al gruppo di occupare meglio gli spazi evitando scatti, recuperi e ritmi alti laddove è possibile.

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