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“Ho afferrato il crocifisso del Papa e gli ho detto che ero incazzato”: lo sfogo di papà Simoncelli

Un padre che ha perso un figlio più di 10 anni fa e non riesce ancora a dare un senso a quello che è successo, davanti a lui un uomo vestito di bianco con un crocifisso al collo: il racconto di un incontro drammatico e commovente, il papà di Marco Simoncelli non si trattiene, la reazione di Papa Francesco lascia senza fiato.
A cura di Paolo Fiorenza
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Il dolore di Paolo Simoncelli resta lì – come un coltello perennemente ficcato nella carne perché nessun genitore dovrebbe sopravvivere al proprio figlio – ma vedere quanto affetto circondi ancora suo figlio Marco, scomparso più di 10 anni fa a Sepang durante il GP di Malesia, è una carezza che fa bene all'anima.

Papà Paolo è un uomo alla continua ricerca di un equilibrio che gli consenta di andare avanti e c'è stato un momento in cui tutto quello che si porta dentro è esploso senza freni: davanti a lui non c'era una persona qualsiasi ma Papa Francesco. Il racconto dell'incontro è drammatico e commovente, cielo e terra si toccano, entra in gioco Dio: "Sono arrabbiato con il capo. Sono veramente arrabbiato, l’ho detto anche al Papa. Quando siamo andati a fare la visita a Roma con la Federazione italiana, ho preso il crocifisso che Bergoglio aveva al collo e gli ho detto: ‘Io sono molto incazzato con questo qui' ".

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Uno sfogo inatteso, ma ancora più inattesa è stata la reazione del pontefice: "Lui ha detto che avevo ragione. Non mi aspettavo che il Papa fosse così, veramente una brava persona. Siamo rimasti soli con lui qualche minuto e io l’ho abbracciato. Tutti gli altri intanto avevano le mani nei capelli, ma a me non frega un cavolo, mi sentivo attratto da lui. Il Papa ha ricambiato il mio abbraccio. Prima di andare via mi ha chiamato e mi ha dato un altro abbraccio. È stato bello".

Il ricordo del figlio è vivido, pare davvero di vederlo nelle parole di papà Paolo: "Marco era un ragazzo che abbracciava, a me questa cosa è rimasta tutt’ora, mi piace tanto – racconta nell'intervista a Sky – Io nel mio giardino ho piantato una quercia grandissima, secondo me Marco quando lo abbracciavi dava la sensazione di una grande quercia, una sensazione di forza, sentivi che ti potevi fidare, era qualcosa di bello". Quella stessa quercia che è stata piantata a Misano in occasione del decennale della scomparsa: Marco abbraccia ancora tutti, dimenticarlo è impossibile.

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