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Rosy Chin: “Mia madre prendeva gli abiti dai cassonetti, gli altri bambini mi discriminavano”

Il racconto doloroso di Rosy Chin a Verissimo. La terza classificata del Grande Fratello racconta la sua infanzia difficile: “Abbiamo conosciuto la povertà. Mia madre prendeva i vestiti dai cassonetti”.
A cura di Stefania Rocco
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È doloroso il racconto che Rosy Chin ha affidato a Silvia Toffanin durante l’intervista rilasciata a Verissimo. La terza classificata del Grande Fratello, oggi ristoratrice di successo, ha vissuto momento particolarmente complessi quando era ancora solo una bambina figlia di una coppia di emigranti cinesi. “Mia madre prendeva i vestiti dai cassonetti”, ha ricordato Rosy, “Quando sei piccola ti senti in imbarazzo, sei a disagio. I bambini piccoli non fanno altro che additarti, farti notare la tua diversità. Cominciano a discriminarti. Questo è diventato un momento che ha segnato l’inizio di un percorso pieno di rabbia. Non riuscivo a perdonare i miei genitori, a capire perché si fossero trasferiti in un paese che non mi accettava anche se facevo di tutto per farmi accettare”.

La battaglia di Rosy Chin contro bulimia e anoressia

Crescendo, anche a causa della rabbia accumulata da giovanissima, Rosy ha trasferito sul cibo le sue difficoltà fino a ingaggiare una battaglia contro i disturbi alimentari. Un argomento, quello della lotta all’obesità, già affrontato quando viveva nella Casa di Cinecittà: “Ogni tanto la bulimia torna a bussare alla mia porta. La bulimia e l’obesità sono malattie e ritornano a bussare soprattutto nei momenti di stress e di ansia. Sono ancora in cura ma la sto gestendo molto bene”.

Rosy Chin e il rapporto con la famiglia: “Mio padre mi avrebbe voluta morta”

Intendo un altro dei passaggi del racconto che Chin ha affidato a Silvia Toffanin, legato al complesso rapporto avuto con i suoi genitori: “Io ho sempre avuto un rapporto molto complicato con la mia famiglia perché noi veniamo da una cultura in cui l’affetto è ridotto all’osso, quasi non esiste. Io ho ricevuto pochissimi abbracci da parte di mio padre e sono riuscita a ottenerli solamente perché, con tanta dolcezza e pazienza, ho insistito. Io non volevo che, qualora avessi avuto figli – ora ne ho quattro – non sapessero quanto ti può dare il calore di un abbraccio, di una carezza. Poi, uno dei momenti più brutti della mia vita fu quando mio padre disse che mi avrebbe voluta morta. Le donne nella mia cultura non sono molto considerate e, invece, voglio dire che le donne possono fare grandi cose”.

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